Logica di campanile

Non posso, proprio non posso, non tornare sulla questione dei minareti. Tutti i benpensanti a prendersela con gli svizzeri per come hanno votato. E che sorpresa! Qui decide il popolo sovrano e non il popolo califfo. Toh!
Ma possiamo mai darci il paesaggio che vogliamo? Il minareto ai tempi di Guglielmo Tell qui non c'era quindi non è un edificio che appartiene alle nostre tradizioni.
Sì, qualcuno obietterà che ai gloriosi tempi dell'eroe nazionale non c'erano neanche le centrali nucleari. Che c'entra? Ne uccidono di più le parole che le radiazioni. E poi noi siamo, e ci vendiamo, ancora come il paese di Heidi e non di Shahrazad. La sostanza non cambierebbe neppure se i minareti si costruissero in legno d'abete con le tendine di pizzo alle finestre e i gerani in cima. Anzi, i travestimenti sono ancora più perniciosi, portano orribili miscugli, relativismo culturale. Non sia mai.
Inoltre noi continuiamo a essere un paese moderato, anche nell'arredo urbano, quindi non possiamo ospitare edifici che svettano troppo alti rispetto agli altri. Le uniche cose che amiamo vedere innalzarsi in Svizzera sono il Prodotto interno lordo e i capitali depositati nelle nostre banche. Per il resto anche i campanili acquistano maggior senso se diventano un supporto per le antenne della telefonia mobile. L'economia prima di tutto.
Il minareto, lo dice anche l'etimologia, contiene la parola "mina" quindi è con tutta evidenza un bastione per terroristi, quanto meno la garritta del muezzini che da lassù spia tutti. Per una migliore sicurezza nazionale bisognerebbe proibire ogni edificio eccessivamente sporgente. Vedi mai che un muezzin si inerpicasse su un pennone del Mc Donald's, sul camino di un inceneritore o – quale impudenza! – su un campanile di una chiesa per chiamare a raccolta i suoi fedeli.
L'hanno capito anche tante persone lungimiranti in Europa che gli svizzeri hanno fatto l'unico passo utile per eliminare il terrorismo di matrice islamica. Eliminati i minareti gli attentatori sono messi nell'impossibilità di agire. È talmente ovvio.
Un altro esempio della minaccia musulmana ce lo fornisce un episodio di cronaca recente. Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio dei ministri in Italia, colpito in faccia da una riproduzione souvenir del duomo di Milano. Ancora ringrazia i santi di aver ricevuto solo una chiesa sui denti, ancorché armata di guglie, perché se si fosse trattato di una moschea adesso riposerebbe nel suo mausoleo. Sarebbe certamente finito infilzato nel minareto, falciato dalla mezzaluna. Che strazio, meglio neanche figurarsela una scena del genere.
Comunque al di là del discorso politico rimane sempre da considerare anche la questione culturale. Dobbiamo difendere i nostri valori, le nostre radici impedendo un irreversibile processo di assimilazione all'Islam. Dunque cerchiamo di dare ancora un po' di senso alla nostra costituzione. Inseriamo un articolo per l'abolizione delle cifre arabe, vedrete che ce la caveremo benissimo anche coi numeri romani.

Pubblicato il

18.12.2009 13:30
Flavia Parodi