Liberali, basta giocare a “liberi tutti”!

Si comincia già a sentire un grande "odore" di elezioni in questo giugno pre-elettorale.
E le modalità d'azione sono molteplici anche se spesso prevedibili.
Basti ricordare, quale esempio, il solito Borradori che si dà l'ennesima tinteggiatine di verde sfoderando un Piano di risanamento dell'aria pieno di punti e sottopunti, proprio nel momento in cui sono aperte le trattative (che sembrano avere un esito positivo, oltretutto) per un ampliamento del Casinò di Mendrisio (e ovviamente del numero dei posteggi) nella martoriata e sempre fuori legge zona "Fox town".
Quanto però capitato sabato scorso in casa liberale va oltre la tradizionale e tipica ritualità pre-elettorale.
I liberali sabato hanno infatti steso un "pietoso" (e sul significato di quel "pietoso" lascio al lettore immaginare se si riferisca al fatto che i liberali sono animati da pietà o si riferisca invece a qualcos'altro!) velo su tutto il "Fiscogate", sull'eticità del loro essere in governo, sul loro senso dello Stato e sulla loro assunzione di responsabilità come partito di maggioranza relativa. Sabato infatti, sembrava proprio che la Rimozione con la R maiuscola fosse esattamente quello di cui avesse urgentemente bisogno il Ticino!
È come se, in casa liberale, non ci si renda conto che con questo modo d'agire (forse benefico nell'immediato, probabilmente devastante alla lunga anche per il partito) si stanno buttando via decenni di regole spesso non scritte che hanno fatto del nostro Paese qualcosa di unico. In un sistema politico di corresponsabilità, per continuare ad essere credibili e quindi per poter contare sulla fiducia degli altri e dei cittadini in generale, i problemi vanno affrontati, non certo nascosti sotto la sabbia! Perché o Marina Masoni è irreprensibile (e allora ha sbagliato il Governo a togliere le Contribuzioni e quindi il Plrt a sostenere quella scelta), o ha qualcosa da cui difendersi (e allora il partito sta di fatto scegliendo di mettere in lista una persona di cui non si fida, tanto da averne condiviso la parziale esclusione dal Governo). E il giudizio del popolo non può certo essere chiamato in causa in un sistema di rappresentanza, perché vorrebbe di fatto dire che si nega totalmente la validità del meccanismo di rappresentanza stesso, esautorandosi quindi da soli in un momento in cui il bisogno di autorevolezza della politica è evidente a tutti!
Certo, è vero che il Paese ha bisogno di proposte, di scelte e di interventi urgenti a favore dei veri problemi del Paese e che siamo tutti piuttosto stanchi di sentir parlare di queste cose e di veder "begare" i politici di fronte alle molte, troppe difficoltà del Ticino.
Ma è anche vero che forse proprio in vicende come queste si evidenziano i veri problemi del Paese e cioè il fatto che oggi non abbiamo più una classe politica capace di scegliere e di sostenere con forza, credibilità e coerenza le proprie idee e il proprio agire, nemmeno di fronte all'evidenza, come in questo caso!
Il Ticino è diventato un luogo dove si può dire e negare tutto, dove si sostengono mille progetti, in mille direzioni diverse per accontentare tutti, senza mai scegliere un indirizzo, una pista di sviluppo possibile e chiara.
Anche l'unica politica chiara perseguita dalla maggioranza del Governo e del parlamento negli ultimi dieci anni, e cioè il pesantissimo taglio fiscale fatto subire alle casse comunali e cantonali dalla scellerata politica tributaria cantonale, è stato un intervento "accontentatutti", cioè un intervento a pioggia, che ha dato un po' a tutti, dalle persone fisiche a quelle giuridiche, dai settori ad alto valore aggiunto a quelli economicamente paradossali alle nostre latitudini, una politica senza strategia e obbiettivi chiari, se non quello, ormai superato dalla storia e dagli eventi nel resto del mondo, di una generico alleggerimento fiscale che ha permesso o anzi addirittura ha fatto sì (e i dati economici del Ticino sono purtroppo lì a dimostrarlo) che il Ticino diventasse ancora più povero.
Ma il partito di maggioranza relativa, il Plrt, questo triste spettacolo doveva evitarcelo!
Dopo questa scelta, che quadriennio ci aspetta? Che credibilità avrà il futuro governo? Che decisioni (urgentissime!) saprà e soprattutto avrà la forza di prendere? Chi crederà ancora alla politica cantonale?
È vero, era urgente sgomberare il campo dal caso Masoni. Ma assolvendo l'agire della signora Masoni o censurandolo, ma comunque risolvendolo, non nascondendolo così candidamente sotto il tappeto!

Pubblicato il

16.06.2006 14:00
Anna Biscossa
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