14 giorni di detenzione sospesi condizionalmente (invece di 20) e multe per Vasco Pedrina, Hansueli Scheidegger, Rita Schiavi e Michael von Felten, tutti membri della direzione del sindacato Unia colpevoli di coazione. Assoluzione piena per gli altri 14 coimputati al processo di Baden per il blocco della galleria del Baregg. Così ha deciso mercoledì il Tribunale distrettuale di Baden. Al dibattimento, iniziato martedì, si era giunti in quanto i 18 imputati avevano impugnato dei decreti d'accusa emessi contro di loro dall'ufficio del giudice istruttore di Baden a seguito dei fatti avvenuti il 4 novembre 2002, giorno dello storico sciopero dell'edilizia che portò all'introduzione del prepensionamento. L'azione conclusiva di quella giornata si svolse sul cantiere della galleria autostradale del Baregg e portò al blocco del traffico sulla A1 per un'ora e mezza. Per il Tribunale quell'azione fu sproporzionata rispetto allo scopo perseguito dallo sciopero. Secondo Unia invece questa sentenza costituisce «una limitazione del diritto di sciopero garantito dalla Costituzione»: per Unia essa è «inaccettabile per ragioni di principio».

Al dibattimento i dieci avvocati difensori non hanno risparmiato le loro critiche ai decreti d'accusa stilati nell'aprile del 2005 dall'Ufficio del giudice istruttore di Baden. Da un lato la difesa s'è appellata a ragioni d'ordine procedurale. In particolare, secondo gli avvocati, gli atti d'accusa violavano palesemente il cosiddetto principio accusatorio, uno dei pilastri dell'ordinamento giuridico svizzero. In base a questo principio le accuse generiche non sono ammissibili: il decreto d'accusa deve indicare chiaramente all'accusato quali azioni avrebbe commesso e come queste configurerebbero un reato penale. In questo caso invece le accuse non dimostravano, secondo la difesa, in che modo i 18 sindacalisti si siano resi penalmente punibili.
D'altro lato, sempre secondo i difensori, il diritto allo sciopero ancorato nella Costituzione federale si estenderebbe anche a blocchi come quello del Baregg: «Se, in base alla Costituzione, una lotta operaia è legittima e legale, non può essere impedita dallo Stato per mezzo di sanzioni penali», ha sottolineato Paul Rechsteiner, presidente dell'Unione sindacale svizzera (Uss), che al processo di Baden patrocinava Pedrina.
Il copresidente di Unia dal canto suo ha ripercorso le tappe della conquista del prepensionamento. Già nel 1991 era stata firmata una dichiarazione d'intenti tra i sindacati e la Società svizzera degli impresari costruttori (Ssic). Ma essa era rimasta lettera morta. Davanti alla determinazione dei lavoratori e dei sindacati, il 12 aprile 2002 la Ssic aveva ratificato l'accordo per il prepensionamento a 60 anni. Due mesi dopo, la Ssic però aveva fatto marcia indietro, facendo saltare l'accordo. Lo sciopero diventava allora l'unico mezzo per obbligare il padronato a rispettare i patti precedentemente firmati. «Lo sciopero» ha ricordato Vasco Pedrina durante il processo «per essere efficace deve colpire dove fa male». Da qui la scelta del cantiere del Baregg, dall'alto valore simbolico, in quanto conclusosi con ben 6 mesi di anticipo rispetto ai piani previsti, quindi con dei ritmi di lavoro impressionanti.
Pedrina ha spiegato come l'azione era stata studiata nel dettaglio soprattutto per garantire la sicurezza dei partecipanti e dei terzi. L'unico imprevisto è stato il comprensibile desiderio degli operai di incontrare i loro colleghi che si trovavano dall'altro capo del tunnel. Questo fatto ha leggermente allungato i tempi della durata dell'azione. «Non abbiamo nulla da rimproverarci in questa azione» ha dichiarato Pedrina, proprio perché otto giorni dopo lo sciopero, la controparte padronale sottoscriveva l'accordo per il prepensionamento a 60 anni. A dimostrazione che lo sciopero era stato decisivo.
L'avvocato Arthur Andermatt, specialista del diritto di sciopero e presidente dell'Unione sindacale di San Gallo, ha dal canto suo sostenuto la tesi che lo sciopero dei lavoratori edili era «legale e legittimo». Ma se si è trattato di sciopero legale, allora non può essere dato il reato di coazione. Come Rechsteiner, pure Andermatt ha portato a sostegno delle sue tesi numerosi precedenti nei quali non vi fu neppure promozione dell'accusa. A San Gallo ad esempio una procedura penale in relazione allo sciopero dell'edilizia del 2002 era stata abbandonata, ciò che equivale ad un'assoluzione. Al contrario, il suo cliente, Hansueli Scheidegger, si sarebbe reso colpevole se, con la manifestazione finale al Baregg, molto seguita dalla stampa, non avesse colto l'occasione per strappare alla controparte il prepensionamento nell'edilizia: «con una freddezza degna della massima ammirazione Scheidegger ha fatto esattamente la cosa giusta», ha concluso Andermatt. Ma il Tribunale non è stato dello stesso avviso.
In una prima reazione a caldo alla sentenza Pedrina ha detto ad area di sentirsi «soddisfatto per l'assoluzione dei nostri 14 colleghi. Ma la condanna mia e degli altri tre membri della direzione di Unia è comunque un tentativo di limitare il diritto di sciopero in Svizzera». Se ricorrere contro le sentenze di condanna verrà deciso dai diretti interessati in accordo con la direzione di Unia.

Nella Costituzione dal 2000

«Lo sciopero e la serrata sono leciti soltanto se si riferiscono ai rapporti di lavoro e non contrastano con impegni di preservare la pace del lavoro e di condurre trattative di conciliazione». Così la Costituzione federale dal 1° gennaio 2000 sancisce all'art. 28 cpv. 3 il diritto allo sciopero. Vasco Pedrina era stato già processato per uno sciopero avvenuto alla Calida di La Chaux-de-Fonds nel quale il sindacato aveva bloccato l'accesso alla ditta. In un secondo caso era stato ascoltato in qualità di testimone per una vertenza sindacale contro la Bühler di Kollbrunn. I due processi hanno contribuito a far inserire nella Costituzione il diritto di sciopero. Nel primo Pedrina era stato assolto. Nel secondo caso il Tribunale cantonale zurighese aveva stabilito che lo sciopero degli operai era legittimo, ma poiché la Costituzione non prevedeva il diritto allo sciopero, legalmente avevano torto. Questa sentenza fu decisiva quando si trattò di introdurre il diritto di sciopero nella nuova Costituzione del 2000.

Pubblicato il 

25.08.06

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