Il voto del 5 giugno sulla revisione della legge EOC è stato secondo me la consultazione popolare più importante tenutasi in Ticino negli ultimi dieci anni. Al di là del tema specifico in discussione, questa votazione aveva difatti una valenza generale su tutto quanto sta bollendo in pentola in materia di privatizzazioni in Ticino. Personalmente, subodorando un po’ quello che sarebbe stato il risultato, mi sarebbe piaciuto che si fosse organizzato anche il referendum contro la nuova legge AET, ma oramai è troppo tardi. Mi si permettano ancora alcune osservazioni a freddo. La vittoria del 5 giugno è stata ottenuta dalla sinistra da sola (anche se inizialmente diverse erano le perplessità, anche di Bertoli) contro i partiti borghesi, la Lega, i poteri forti, buona parte dei media e addirittura contro, ciò che la dice lunga sulla situazione attuale di queste organizzazioni, l’Acsi e l’Ocst. La vittoria è però stata ottenuta forse soprattutto grazie all’ampio coinvolgimento della società civile: si pensi a tutto quanto è stato fatto nelle Tre Valli e agli interventi parecchio efficaci dei Medici per il No. Fondamentale è poi stato l’essere riusciti a focalizzare l’attenzione su pochi messaggi molto chiari: “non danneggiamo le Valli”, ma soprattutto “non trasformiamo gli ospedali in società anonime” e “no alla privatizzazione della medicina”. Questi messaggi sono stati moltiplicati a cascata tramite Facebook, Youtube, Twitter e mail, sostituendosi così un po’ al vecchio porta a porta. I sostenitori della revisione della legge si sono quindi trovati sulla difensiva, e a nulla è servito l’enorme dispendio di mezzi pubblicitari, compresa la sfrontata e tambureggiante campagna all’interno degli ospedali. Da quanto mi risulta però, il personale, soprattutto quello infermieristico, non si è lasciato imbambolare. E non mi meraviglia. Se vogliamo fare un po’ d’analisi, dobbiamo renderci conto che gli infermieri rappresentano oggi probabilmente (almeno potenzialmente) la parte più combattiva del proletariato. Il loro ruolo diventa sempre più importante, aumentano costantemente di numero e per il lavoro stressante che fanno sono sicuramente sottopagati. Oltretutto il lavoro infermieristico oggi è sempre più non solo multidisciplinare, ma anche essenzialmente di gruppo: c’è chi si lamenta addirittura che le infermiere siano troppo spesso in riunioni collettive. Si tratta quindi di uno strato sociale sempre più numeroso, sempre più cosciente del proprio ruolo, con un’attività lavorativa sempre più stressante e abituato a pensare collettivamente. Ci sono quindi condizioni ideali per possibili azioni rivendicative. Non mi meraviglia perciò che le associazioni infermieristiche siano state la base organizzativa principale nella campagna delle primarie di Bernie Sanders. Peccato che da noi la Vpod sembra non accorgersene: è stata in gran parte assente durante la battaglia referendaria, quando la sua presenza costante negli ospedali sarebbe stata di enorme importanza. Un vero autogol! |