Le vergogne del mondo

C’è una novità, quest’anno, al “Public Eye on Davos”, il convegno annuale che organizzazioni non governative (Ong) tengono contemporaneamente ed in contrapposizione al Forum economico mondiale (Wef) di Davos. La Dichiarazione di Berna e Pro Natura (due delle Ong organizzatrici) conferiranno per la prima volta dei premi, i “Public Eye Awards”, alle imprese che si sono contraddistinte per una condotta irresponsabile. Si tratta di un’iniziativa che vuole «puntare il dito sulle conseguenze negative delle scelte mosse dalla sola ricerca del profitto», ha detto Matthias Herfeldt, coordinatore del “Public Eye on Davos”. I premi previsti sono quattro, uno per ciascuna delle quattro categorie prese in considerazione: ambiente, diritti umani, diritti del lavoro, fiscalità. La scelta di queste quattro categorie è stata fatta al fine di evidenziare le diverse dimensioni della responsabilità delle imprese. «Vogliamo così ricordare ai membri del Wef ed alle altre imprese che l’opinione pubblica esige da loro una condotta rispettosa dell’ambiente, dei diritti umani e dei diritti del lavoro, e non accetta l’evasione fiscale», ha affermato Herfeldt. E Sonja Ribi, di Pro Natura, ha aggiunto che «c’è bisogno di norme internazionali vincolanti concernenti la responsabilità delle imprese. Il Global Compact ed altre iniziative su base volontaria sono insufficienti, in quanto non esistono prescrizioni che impongono l’applicazione degli standard sociali ed ecologici e nemmeno meccanismi di controllo o possibilità di sanzioni in caso di trasgressione». Alla fine dell’estate scorsa la Dichiarazione di Berna e Pro Natura hanno invitato le Ong del mondo intero a candidare delle imprese internazionali il cui comportamento sia poco soddisfacente in almeno una delle quattro categorie dei premi. Tra le segnalazioni fatte spiccano quelle di gruppi multinazionali come Bayer, Bp, Danzer, Dow Chemical, Kpmg, Monsanto, Nestlé, Shell, Stallion Garments, Syngenta, Tchibo, Wal-Mart e Vodafone. Entro la fine d’ottobre sono state quindi selezionate le candidature ed è stato designato un vincitore per ciascuna categoria. «Due criteri essenziali hanno presieduto alla scelta", ha spiegato Herfeldt, "la gravità delle conseguenze del comportamento delle imprese, e l’attualità dei fatti constatati». In totale sono stati inventariati 24 casi, segnalati dall’Europa, dall’Africa, dall’Asia, dal Nordamerica e dal Sudamerica. Tra le candidature si trovano celebri membri del Wef, come Shell per lo sfruttamento del petrolio in Nigeria, o come Nestlé per la commercializzazione abusiva di surrogati del latte materno e per i conflitti di lavoro in Colombia. Vi sono anche casi conosciuti, come quello di Bhopal, in India, dove esattamente vent’anni fa si verificò la più grande catastrofe chimica mondiale. E non mancano le imprese svizzere, come Syngenta, che distribuisce un erbicida altamente tossico, o North Sails, una filiale della Gst Holding di Zugo, per le deplorevoli condizioni di lavoro nelle sue aziende nello Sri Lanka. Anche la popolazione potrà partecipare. Dall’ 11 al 24 gennaio 2005 tutti potranno dare il proprio voto via internet e designare così il vincitore del premio del pubblico. Tutti i documenti relativi alle candidature si possono consultare in internet, all’indirizzo www.ewb.ch/nominationen.htm (in inglese o in tedesco). Il sesto “Public Eye” si terrà il 26 ed il 27 gennaio 2005 a Davos. La manifestazione sarà aperta dalla famosa economista e critica della globalizzazione Noreena Hertz.

Pubblicato il

14.01.2005 02:00
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