Ecco. È arrivato settembre. Siete andati tutti in vacanza? Sì? Malissimo. Ditemi chi è stato quel bolscevico traditore d’un sindacalista comunista che ha cominciato ad esaltare il tempo dell’ozio? L’ozio nuoce gravemente al capitalismo. L’ozio non ha mai nobilitato nessuno. Sono il lavoro e la produttività che esaltano le qualità dell’uomo e della donna. E dei vecchi. Ma anche dei bambini se riuscissimo a vincere un giorno il tabù ipocrita del lavoro minorile. Questo idealmente ma vi dico io cosa capita in realtà. Capita che i lavoratori non hanno pace se non gli concedi le vacanze. Tutte fanfaluche che gli hanno inculcato i sindacati (quelli sì che dovrebbero andarsene in ferie una volta per tutte!). E così i lavoratori vogliono riposarsi, vogliono svagarsi. Vogliono dimenticare il lavoro. Una cosa moralmente riprovevole. Desiderare le vacanze significa odiare il proprio lavoro. Disgustoso. Non ha limiti l’ingratitudine umana. E sapete cosa succede in ferie? Per due settimane su per giù la gente vive nell’illusione della ricchezza, si concede una parentesi dove assapora la vita di chi può campare di rendita. Tutte le sere al ristorante, perder tempo, girovagare, dormicchiare, scialare. Non va bene. Queste cose alla lunga destabilizzano. È meglio prender coscienza subito che non a tutti è dato condurre un’esistenza da ricchi piuttosto che crogiolarsi nelle fantasie. Fa male allo spirito oltre che al portamonete perché si sperperano dei risparmi di un anno che invece sarebbe meglio investire in un progetto imprenditoriale serio. Purtroppo la maggior parte dei cittadini ha più a cuore il proprio personale e meschino tornaconto che la possibilità di far grande il paese in cui vive. Anzi, arriva al colmo del disprezzo andando in vacanza all’estero. Vi rendete conto? Soldi guadagnati qui che vengono spesi altrove. Soldi che vanno ad arricchire gente d’ogni razza e colore. Cerchiamo di farci furbi, lasciamo che siano gli altri ad andare in ferie. Lasciamo che i vacanzieri vengano a noi perché, voglio dire, noi non possiamo trascurare la nostra industria del turismo. Ma se ce ne andiamo via, chi si occupa dei nostri potenziali visitatori? Sarebbe così semplice. Faccio un esempio, il cittadino modello tutto l’anno potrebbe fare l’impiegato di banca e d’estate lavorare come guardiano in un campeggio per assaporare un po’ di atmosfera vacanziera. Potremmo cercarci tutti un secondo lavoro estivo magari un po’ più leggero e all’aperto. Poi se qualcuno durante la pausa della sua attività principale preferisce andare nelle serre a raccogliere pomodori perché gli pare di risparmiare i soldi della palestra va benissimo. Non è che tutti, tutti debbano occuparsi di vezzeggiare i turisti. L’importante è avere delle idee, che ci sia sempre un fervore di iniziative tutto l’anno. Solo così arriveremo ad avere un’economia a sviluppo crescente costante. Altrimenti qui d’estate l’unico ad andare veramente in vacanza è il nostro Prodotto Interno Lordo.

Pubblicato il 

02.09.05

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