Una parte importante della ricchezza accumulata dalle famiglie Cattaneo, Centonze e Baumgartner è quella prodotta dalle loro dipendenti delle stazioni di servizio, rispettivamente City, Ecsa-Pt Easy Stop e Piccadilly. È con il lavoro di queste donne (e qualche uomo), che inizia all’alba e si chiude a notte tarda, festivi e domeniche comprese, che queste famiglie ticinesi possono accumulare anno dopo anno i guadagni incassati dalla vendita di prodotti a prezzi maggiorati senza alcun costo supplementare della forza lavoro. Non c’è nessun motivo economico nel mercato delle stazioni di servizio ticinese che giustifichi i miseri salari. I costi di gestione di una stazione di servizio sono uguali a Bruttisellen, Visp o Quartino. Il margine di guadagno è esattamente lo stesso. Da febbraio, a differenza del resto del paese, conviene ancor di più perché non si deve nemmeno rispettare il già minimo esistenziale nazionale di 3.600 franchi. E almeno per una volta, ci si risparmi il disco rotto che alzando le paghe si arricchiscono solo i frontalieri. Punto primo, il lavoro va pagato dignitosamente, non in base a chi lo svolge. Secondo, durante i vari articoli dedicati al personale delle stazioni di servizio, abbiamo incontrato tante persone che vivono in Ticino. Terzo, la paga bassa esclude da sola molti residenti. Lo sfruttamento del lavoro mal retribuito di queste tre famiglie ticinesi finalizzato ad accumulare egoisticamente sempre maggiore ricchezza, danneggia l’intero cantone e umilia la sua popolazione. La discriminazione del Ticino potrebbe essere risolta dal politico e imprenditore Rocco Cattaneo. Senza le sue 16 stazioni di servizio e i suoi 210 impiegati nel cantone, l’associazione ticinese non potrebbe vantare nessun diritto, rappresentando solo una minoranza delle stazioni di servizio presenti sul territorio cantonale. Addio opposizione e benvenuta Svizzera. Con un passato da presidente del Partito liberale radicale ticinese, oggi Cattaneo rappresenta il Ticino nel Consiglio nazionale percependo 120mila franchi pagati dai contribuenti. Quando Cattaneo parla da politico, ama tessere le lodi del partenariato sociale. Nei fatti, si oppone al Ccl per preservare i suoi guadagni fondati sulle misere retribuzioni delle sue dipendenti. area ha interpellato Cattaneo per avere la sua versione. Nessuna risposta è pervenuta. Eppure sarebbe stato rispettoso verso gli elettori chiarire se a Berna il politico liberale persegua gli interessi generali dei ticinesi o i suoi. S’intuisce che il suo silenzio valga oro, ma noi non smetteremo d’interpellarlo.
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