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Il commento

Le tre famiglie ticinesi che speculano sui bassi salari

di

Francesco Bonsaver

Una parte importante della ricchezza accumulata dalle famiglie Cattaneo, Centonze e Baumgartner è quella prodotta dalle loro dipendenti delle stazioni di servizio, rispettivamente City, Ecsa-Pt Easy Stop e Piccadilly.


È con il lavoro di queste donne (e qualche uomo), che inizia all’alba e si chiude a notte tarda, festivi e domeniche comprese, che queste famiglie ticinesi possono accumulare anno dopo anno i guadagni incassati dalla vendita di prodotti a prezzi maggiorati senza alcun costo supplementare della forza lavoro.


Non c’è nessun motivo economico nel mercato delle stazioni di servizio ticinese che giustifichi i miseri salari. I costi di gestione di una stazione di servizio sono uguali a Bruttisellen, Visp o Quartino. Il margine di guadagno è esattamente lo stesso. Da febbraio, a differenza del resto del paese, conviene ancor di più perché non si deve nemmeno rispettare il già minimo esistenziale nazionale di 3.600 franchi. E almeno per una volta, ci si risparmi il disco rotto che alzando le paghe si arricchiscono solo i frontalieri. Punto primo, il lavoro va pagato dignitosamente, non in base a chi lo svolge. Secondo, durante i vari articoli dedicati al personale delle stazioni di servizio, abbiamo incontrato tante persone che vivono in Ticino. Terzo, la paga bassa esclude da sola molti residenti.


Lo sfruttamento del lavoro mal retribuito di queste tre famiglie ticinesi finalizzato ad accumulare egoisticamente sempre maggiore ricchezza, danneggia l’intero cantone e umilia la sua popolazione.
La discriminazione del Ticino potrebbe essere risolta dal politico e imprenditore Rocco Cattaneo. Senza le sue 16 stazioni di servizio e i suoi 210 impiegati nel cantone, l’associazione ticinese non potrebbe vantare nessun diritto, rappresentando solo una minoranza delle stazioni di servizio presenti sul territorio cantonale. Addio opposizione e benvenuta Svizzera.


Con un passato da presidente del Partito liberale radicale ticinese, oggi Cattaneo rappresenta il Ticino nel Consiglio nazionale percependo 120mila franchi pagati dai contribuenti. Quando Cattaneo parla da politico, ama tessere le lodi del partenariato sociale.  Nei fatti, si oppone al Ccl per preservare i suoi guadagni fondati sulle misere retribuzioni delle sue dipendenti. area ha interpellato Cattaneo per avere la sua versione. Nessuna risposta è pervenuta. Eppure sarebbe stato rispettoso verso gli elettori chiarire se a Berna il politico liberale persegua gli interessi generali dei ticinesi o i suoi. S’intuisce che il suo silenzio valga oro, ma noi non smetteremo d’interpellarlo.        

Pubblicato

Mercoledì 6 Giugno 2018

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Lavoro e dignità
03.06.2018

di 

Francesco Bonsaver

Sonderfall Ticino, ossia il caso particolare del cantone a sud delle Alpi, dove i salari legali nel resto della Svizzera qui non hanno invece validità. È il caso del contratto collettivo di lavoro per il personale dei negozi delle stazioni di servizio di carburante, decretato dal primo febbraio di obbligatorietà generale sul territorio nazionale dal Consiglio federale. Il contratto, negoziato tra le parti sociali a livello svizzero, prevede un salario minimo per il personale non qualificato di 3.700 franchi per tredici mensilità, ridotto a 3.600 in alcuni cantoni di frontiera.
In Ticino no, vige la libertà di mercato che consente al datore di approfittare della necessità di lavoro della manodopera d’oltreconfine per imporre salari coi quali i residenti non possono vivere, se non ricorrendo ad aiuti finanziati dalla collettività.


Lavoro e dignità
04.06.2018

di 

Francesco Bonsaver

«Perché il mio lavoro in Ticino vale meno che in Svizzera?». La domanda posta da Angela* riassume la problematica della mancata inclusione dei salari minimi per gli shop delle stazioni di servizio nel cantone. Fiera di essere svizzera, Angela non riesce a capacitarsi della decisione del Consiglio federale di aver escluso il Ticino. «Se ritengono giusto che in Ticino le persone siano pagate meno, allora dovrebbero ridurre ai ticinesi la Billag, le casse malati o tutti i costi federali obbligatori. E anche i prodotti dei supermercati Migros o Coop dovrebbero costare meno in Ticino, visto che ci pagano meno».

Lavoro e dignità
06.06.2018

di 

Francesco Bonsaver
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