Le speranze dei socialisti

Le elezioni comunali per tastare il polso al partito e constatarne il suo stato di salute. Come sta il Partito socialista (Ps) a livello di realtà comunali e come si pone di fronte alla metamorfosi del Cantone in cui sono già in atto processi di aggregazioni (e altri seguiranno)? Ne abbiamo parlato con Manuele Bertoli, presidente del Ps ticinese che nell’intervista propone alcune riflessioni sulla campagna per il voto comunale. Visitando in questo periodo le sezioni, che partito ha trovato? Ho trovato persone serene che attendono con fiducia le elezioni comunali. In alcuni comuni ci sono aspettative importanti, in altri meno: ciò è più che comprensibile in quanto ormai tutti fanno un po’ i loro calcoli in base alla nuova Legge e alle ultime elezioni, quella di aprile e quella di ottobre. Nel complesso posso dire di aver incontrato un partito contento di quanto è stato fatto negli ultimi quattro anni, nonché convinto di conseguire un buon risultato anche alle comunali, a conferma della tendenza delle scorse elezioni cantonali. Pensa che il Ps ora si sia radicato nei comuni al punto che i risultati delle prossime elezioni potrebbero rispecchiare quelli raggiunti a livello cantonale? Bisogna tener conto del fatto che le elezioni comunali hanno una dinamica e una logica diverse da quelle del voto cantonale e federale. Molto inoltre influiscono le storie dei paesi e delle città che seguono percorsi differenti: se a livello cantonale e federale i punti di riferimento sono i consiglieri di Stato o nazionali, a livello comunale si guarda ai consiglieri comunali, ai municipali e a tutte le vicende specifiche che sono accadute in quelle piccole realtà. È difficile perciò fare una lettura cantonale del voto comunale, tanto più adesso che si va alle urne in circa la metà dei comuni del Cantone, tenuto conto delle elezioni prorogate e delle elezioni tacite. E quale per il Ps l’importanza del voto di Lugano dove va alle urne una grande fetta dell’elettorato ticinese? Senza dubbio è un voto che pesa, sia in termini di seggi che di percentuali. Bisogna tener conto del fatto che può succedere di non riuscire ad avere un secondo municipale anche per poche schede. Come valuta la campagna per le elezioni comunali, non ha l’impressione che sia stata usata soprattutto in vista della votazione del 16 maggio? Parzialmente sì e, per certi versi, a ragione. I comuni infatti sono comunque tra i soggetti a rischio della politica finanziaria cantonale. Se il Cantone continuerà a portare avanti la sua politica di tagli a tutto campo finirà col falcidiare non solo i cittadini – e soprattutto quelli con redditi medio-bassi – ma anche i comuni. D’altronde non vi sono molte alternative: i costi si ribaltano o sui cittadini o sui comuni. Ed è a giusto titolo che questo tema delle finanze cantonali o degli enti pubblici in generale è stato al centro dell’attenzione della campagna delle elezioni comunali. Una campagna che comunque si è differenziata da comune a comune. A questo proposito, a parte Lugano, quali altre realtà le sembrano più interessanti per la sinistra? Un occhio di riguardo merita la campagna di Bellinzona dove troviamo un Municipio prossimo a modificarsi sensibilmente e quella di Locarno, considerato il polo ticinese più in difficoltà sia dal profilo finanziario sia da quello della stabilità. Qui le cose si manifestano in modo stridente proprio per contrasto: si ha un centro che fa fatica e che si ritrova circondato da comuni che invece stanno bene. Per questo spero che l’entrata di due socialisti in Municipio a Locarno - se verrà confermata - sia vettore di un vivo e necessario cambiamento. E tra i piccoli comuni dove ha trovato maggiore dinamismo? Vi sono diverse realtà in movimento e fra queste Sementina dove solo quattro anni fa non ci siamo presentati mentre in occasione di queste elezioni ci ritroviamo con una bella lista di candidati. Più in generale ho constatato una volontà di partecipazione alla vita politica anche laddove qualche tempo fa si registrava un po’ di crisi su questo versante. Qual è l’obiettivo che il Ps spera di raggiungere alle prossime elezioni comunali? Riuscire ad avere due municipali a Lugano e due a Locarno sarebbe un gran risultato, direi che è il nostro primo obiettivo psicologico. Psicologico nel senso che si avrebbe così un segnale visibile di avanzamento e di consolidamento. Complessivamente come valuta questa campagna? Vissuta da sinistra, mi è sembrata una campagna pacata, priva di discorsi utopistici e che ha mirato al mantenimento di quanto già esiste. Una campagna tendente a valorizzare la progettualità dei comuni contro quel risparmismo ad oltranza che finisce col penalizzare le fasce più deboli.

Pubblicato il

02.04.2004 03:00
Maria Pirisi