Dopo Alexey Mordashov, un altro magnate russo dell’acciaio legato al Ticino è finito nella lista delle sanzioni svizzere e europee in relazione all'invasione dell'Ucraina: si tratta di Viktor Raschnikov, proprietario del colosso siderurgico Mmk di Magnitogorsk che controlla la Mmk Steel Trading di Lugano. L’uomo – patrimonio attuale di circa 7 miliardi di dollari secondo Forbes – è da tempo considerato vicino a Putin, ma non era ancora finito nel mirino delle autorità europee. Questo fino alla serata di martedì 15 marzo quando il suo nome è entrato nel pacchetto di misure contenente le nuove persone sanzionate dall’Unione europea riprese anche dalla Confederazione. Rashnikov compare a fianco di oligarchi "del calibro" di Roman Abramovich (proprietario della squadra di calcio del Chelsea) e Suleyman Kerimov, originario del Daghestan e anch’egli con diversi addentellati in Svizzera. Rashnikov è considerato come «un oligarca russo di spicco», proprietario e presidente del cda di Mmk, ossia «uno dei principali contribuenti della Russia». Per l’Europa, il carico fiscale gravante sulla società è aumentato di recente, «incrementando notevolmente le entrate per il bilancio dello Stato russo». L’oligarca è quindi considerato una «fonte di reddito per il governo della Federazione russa, responsabile dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina». >> VEDI ANCHE: Il paradiso degli oligarchi La Mmk Steel Trading è attiva a Lugano dal 2002 e ha realizzato nel 2020 un utile netto di 1,1 milioni di euro; la totalità dell'1,2 miliardi di franchi di capitale è controllato dalla lussemburghese Mmk Mining Assets Management. Il legame tra l’oligarca e il Ticino sembra avere contagiato la famiglia. Una delle figlie ha studiato al Franklin e dal 2013 siede nel cda del gruppo russo. Il fratello Sergey a Lugano ha creato una succursale operativa della società di trading cipriota Starglobe. La società ha chiuso i battenti nel 2021. Il controllo di Mmk è cambiato il 3 marzo di quest'anno: la maggioranza delle azioni è passata dalla cipriota Mintha Holding Limited alla russa Altair, entrambe controllate da Viktor Rashnikov. La società ha spiegato che la decisione «è stata presa perché Cipro è diventata meno attraente in termini di possesso e gestione di investimenti russi». Come a dire che neanche Cipro è più un porto sicuro per le ricchezze sfrontate dell’oligarchia capitalista russa. Nella lista elvetica delle persone sotto sanzione figura già da qualche giorno un altro oligarca con addentellati in Ticino: Alexey Mordashov. L’uomo più ricco di Russia – patrimonio 29 miliardi – controlla il colosso siderurgico Severstal che detiene una società di import export d’acciaio di Manno. Nella nuova blacklist è finito anche Vladimir Rashevsky, CEO della multinazionale EuroChem basata a Zugo e accusata di avere «fornito nitrato d’ammonio alle zone occupate del Donbass». Eurochem è uno dei principali produttori mondiali di fertilizzati minerali controllato da Andrey Melnichenko, ottava fortuna svizzera, residente a San Moritz, e anch’egli finito nella lista delle sanzioni Ue di settimana scorsa e aggiunto il 15 marzo nella nuova lista elvetica. Il suo yacht a vela Sy A, valore 530 milioni di euro, è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza nel porto di Trieste. Il gruppo EuroChem si era trasferito a Zugo nel 2015 proprio per proteggersi dalle conseguenze della guerra nel Donbass. Occorre ora vedere se il rifugio elvetico è ancora da considerarsi ancora sicuro. |