Sono molto insidiosi i tre oggetti federali che arrivano in votazione popolare per il prossimo 1° giugno. Lo sono da un lato per i contenuti. L'iniziativa "per naturalizzazioni democratiche" infatti sembra concernere soltanto la procedura di naturalizzazione, non le condizioni effettive per il suo conseguimento: in realtà però essa mira a negare alcune garanzie che sono costituenti di ogni Stato di diritto (la motivazione delle decisioni, la facoltà di ricorso) per una categoria ben precisa di cittadini, gli stranieri che desiderano ottenere la cittadinanza svizzera, facendoli diventare automaticamente dei cittadini di serie B (il fatto che operazioni simili siano già state fatte ai danni dei richiedenti l'asilo non è un buon motivo per proseguire l'opera). L'iniziativa "Sovranità del popolo senza propaganda di governo" dal canto suo non vuole tanto che le autorità pubbliche si astengano da una propaganda eccessiva, quanto piuttosto lasciare in mano esclusivamente ai privati (persone fisiche, organizzazioni d'interessi, partiti, ditte) il dibattito pubblico prima di una votazione popolare: facile immaginare che l'obiettivo è di permettere a chi ha più mezzi finanziari di controllare e determinare il clima preelettorale, marginalizzando di fatto tutte le altre voci. Infine l'articolo costituzionale "Per qualità ed economicità nell'assicurazione malattie" è subdolo fin dal titolo: chi non vorrebbe cure di qualità e per di più economiche? Nei fatti però questo articolo, nato in fretta e furia dal dibattito parlamentare su un'iniziativa dell'Udc, ha il solo scopo di estromettere lo Stato dal mercato sanitario, affidandone il controllo per intero alle casse malati. A ben vedere, a metterli assieme questi tre oggetti rappresentano la quintessenza del programma politico dell'estrema destra Udc: primato del sangue nel determinare l'appartenenza alla comunità, ruolo degli attori sulla scena politica stabilito in funzione del censo e marginalizzazione dello Stato nel suo ruolo di correttore ed equilibratore delle disparità prodotte dal mercato. Ce n'è abbastanza per rabbrividire e votare tre volte No anche se non si è di sinistra. Il grosso problema tuttavia, ed è qui che si nasconde l'insidia più grande, è che a questo appuntamento con le urne l'elettorato sembra arrivare stanco e distratto: e questo potrebbe aiutare il fronte favorevole ai tre oggetti, la destra Udc e i suoi satelliti, che invece affronta la votazione popolare molto motivato. Questo del resto è un problema che in Ticino si pone nella votazione, importantissima, sull'iniziativa popolare della Lega dei ticinesi che propone il sesto pacchetto di sgravi fiscali nel giro di una dozzina d'anni. Un'iniziativa attorno a cui si sta nuovamente coalizzando quella destra che per comodità definiremo "masoniana" che un anno fa è stata buttata fuori dal governo e che ora cerca di tornare protagonista, dopo aver regalato al Ticino perle quali il disastro alla Divisione delle contribuzioni, l'avventura albanese dell'Aet, le nevicate di soldi pubblici su Bosco Gurin e Carì e la buffa gestione Stinca del turismo cantonale. All'iniziativa fiscale della Lega i ticinesi devono votare no anche per ricacciare a cuccia questa destra predona. |