Le Ffs vanno fino in Giappone...

Da qualche giorno, in alcune stazioni ferroviarie del Ticino circola una curiosa voce di corridoio secondo la quale i collaboratori Ffs del servizio clientela dovranno presto frequentare dei corsi di giapponese. Stando alle dicerie, l’azienda vorrebbe in questo modo soddisfare le esigenze dei clienti nipponici, in costante aumento da alcuni anni a questa parte. E tra il personale c’è già chi si chiede se riuscirà ad imparare la nuova lingua, chi si improvvisa esperto di fonetica, e via di seguito. Questa non-notizia ha tutta l’aria di essere una bufala estiva, che assume tuttavia un carattere emblematico per il credito che le viene accordato. Emblema di che cosa? Facciamo un giro largo. Di fronte ad una diceria che assume valore di verità, dobbiamo porci tre domande: come nasce, come si diffonde e perché viene creduta. Una voce di corridoio nasce per svariati motivi, dal gioco alla noia, alla manipolazione, allo scherno: in ogni caso si nutre della nostra curiosità. Anche il più refrattario di noi, nella sala d’aspetto del medico o del dentista (con pura e dura ostentazione di disinteresse), sfoglia l’ultimo dei rotocalchi alla ricerca di qualche gossip sui vip*. Una volta nata una diceria si diffonde più o meno velocemente a seconda del canale che utilizza. La tecnologia attuale permette la diffusione rapida e capillare di informazioni di qualsiasi tipo. Tutti ricorderanno poi le esperienze di gioco fatte a scuola, quando i nostri insegnanti ci proponevano di fare il “telefono senza filo”: il primo della linea che sussurra lacca all’orecchio dell’altro, a metà strada diventa pacca, a due terzi vacca, e quando arriva alla fine l’ultimo dice (tra le risate generali) cacca. Una diceria è ritenuta più o meno attendibile a seconda dell’autorità di chi la comunica e della sua verosimiglianza con la realtà. Così, per esempio, una volta, mentre prendevo in giro un amico che me l’aveva sparata grossa, questi mi dice: «te lo giuro, me l’ha detto un amico. Però forse è una balla». Va detto che sia l’autorità sia la verosimiglianza non esistono in sé, ma sono il risultato di fattori sociali e culturali. Chiudiamo il cerchio. Il fatto che questa voce di corridoio sia nata, si sia diffusa ed abbia assunto credibilità agli occhi di alcuni operatori delle Ffs è emblematico del clima di lavoro all’interno dell’azienda. Da sempre, le ferrovie sono soggette a dei cambiamenti (basti pensare al capitolo orari per esempio). Da qualche anno, però, le ferrovie sono sottoposte a cambiamenti continui, rapidi ed incisivi. Questa situazione ha generato un clima in cui tutte le esigenze dettate dall’alto (anche quelle presunte e/o apparentemente assurde) vengono prese per vere. E’ un problema che non concerne solo le Ffs, ma un numero sempre crescente di aziende. Magari anche la tua. C’è da dire che il padronato, negli ultimi anni, non è che si sia tirato indietro in quanto a cazzate sparate… e (purtroppo per noi) anche fatte. * Non ho ancora fatto un corso di giapponese, per cui non chiedetemi che cosa vuol dire “gossip sui vip”. Io l’ho letto sul Corriere del Ticino… Come dici? Gossip non è giapponese?

Pubblicato il

27.08.2004 13:30
Mauro Marconi
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