"Lavorare di più, per guadagnare di più"

Non sappiamo se questo suo slogan ha contribuito alla vittoria del presidente Sarkozy.
I francesi lamentano un potere d'acquisto insufficiente a soddisfare bisogni e desideri e lui ha promesso loro di premiare lavoratori e imprese che faranno più straordinari. Sappiamo però che quello slogan esprime una ben povera politica economica, indegna di un paese avanzato come la Francia.
La ricchezza di un paese dipende da tre fattori: la produttività del lavoro (produzione per ora di lavoro); il tasso di occupazione (quota di chi lavora nella popolazione di 15-64 anni); la quantità media di ore lavorate da ogni occupato (a tempo pieno e parziale). Il principale obiettivo per il benessere dei cittadini dovrebbe essere un'elevata produttività e il pieno impiego. Lavorare meglio (in modo più produttivo) e lavorare tutti, non lavorare di più. Una durata del lavoro cha lasci spazio alle molte altre attività umane è parte del benessere individuale e collettivo (si pensi solo al volontariato nelle ore di "non lavoro"). Lo dimostrano bene alcuni confronti internazionali .
Essi dimostrano che il benessere degli abitanti non è proporzionale al tempo di lavoro, anzi: i paesi in cui si lavora di più sono generalmente fra gli ultimi in termini di ricchezza per abitante (fra quelli dell'Ue: Grecia, Italia, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca); nei paesi con il maggior reddito pro capite si tende invece a lavorare meno (tra l'altro con il lavoro a tempo parziale). Fra questi troviamo I'Olanda, la Danimarca, la Norvegia, l'Austria e anche la Svizzera. Un solo confronto: in Svizzera, ogni occupato lavora mediamente 1'573 ore all'anno, in Italia 1'815.
I paesi più ricchi hanno fatto la scelta di "lavorare tutti", non di lavorare di più. I tassi di occupazione più elevati sono in Olanda, Danimarca, Norvegia, Svizzera. Ad esempio, in Svizzera il 78 per cento delle persone in età lavorativa è occupato, in Italia solo il 58 per cento. Il punto debole della Francia è proprio questo: la produttività del lavoro è buona e, oggi, non si lavora (rispetto ai paesi più ricchi) né troppo, né troppo poco (1'559 ore, un po' meno che in Svizzera, ma parecchio di più che in Germania). Ma solo il 62 per cento delle persone fra 15 e 64 anni è occupato, 16 punti percentuali in meno della Svizzera, 5 in meno della Germania. Il confronto (fra 28 paesi dell'Ocse) della durata media annua del lavoro e della quota di chi lavora è chiaro: tanto più la quantità di lavoro di ogni occupato è grande, tanto meno sono le persone che hanno un impiego.
Non possiamo allora che sottoscrivere la conclusione dell'economista francese, critico verso il suo presidente: il "lavorare di più per guadagnare di più" rischia di creare soprattutto un maggior numero di esclusi dal mercato del lavoro. Bel risultato per la Francia, che non riesce a debellare né la disoccupazione, né la povertà!

Pubblicato il

30.11.2007 13:00
Martino Rossi