Da alcune settimane tiene banco in Svizzera la vicenda Cablecom di voler trasferire dall'analogico al digitale (cioè a pagamento) diversi canali Tv stranieri, tra cui Raiuno e Canale 5, dal 3 aprile 2007 (cfr. articolo in alto). Una decisione comunicata da Cablecom tra Natale e Capodanno, quando tutti erano in tutt'altre faccende affaccendati, tanto che la comunità italiana ne è venuta a conoscenza solo ad anno nuovo, quando è ripresa l'attività dei Comites (Comitato degli Italiani all'Estero) e del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all'estero).
Vista la rilevanza economica e sociale che aveva per la comunità italiana la migrazione dall'analogico al digitale dei due canali italiani, oggi visibili dagli utenti senza pagamenti supplementari nelle zone servite dal provider Cablecom, vi è stata la reazione del Comites di Zurigo che ha investito del problema il Coordinamento dei Comites della Confederazione.
È nata così l'idea di farsi promotori del lancio di una petizione online non solo tra la comunità italiana bensì tra tutta la popolazione residente in Svizzera. La scomparsa dall'analogico dei segnali Tv riguardava anche altri diversi canali televisivi stranieri e quindi la decisione di Cablecom riguardava tutti, compreso gli stessi utenti elvetici che seguono pure loro i canali tv esteri delle rispettive lingue nazionali e anche quelli nelle altre lingue perché conosciute o per pura curiosità o perché si stanno imparando. Una petizione che per la sua originalità online (artefice un esperto di informatica membro del Comites di Zurigo, Antonio Putrino), è stata sostenuta da un'infinità di associazioni ed organizzazioni con un successo mediatico senza precedenti. In pochi giorni sono già oltre 10 mila le firme raccolte ed i visitatori del sito (www.petizionetv.ch) sono stati quasi 40 mila. Tanto che la stessa Cablecom di fronte alla protesta è stata costretta ad ammorbidire la sua rigida posizione iniziale, anche per l'intervento delle autorità diplomatiche italiane, nonché del vice ministro agli Affari Esteri italiano, Franco Danieli, che, nel suo incontro della scorsa settimana a Berna con il Consigliere Federale, Moritz Leuenberger, ha avuto da questi l'assicurazione che il Consiglio Federale si sta già muovendo affinché Cablecom sia obbligata a continuare a trasmettere in analogico, quantomeno, un canale della Tv pubblica di ciascun Paese confinante.
Pertanto Raiuno, con buona pace di Cablecom, dei suoi dirigenti e dei suoi azionisti, dovrà restare tra i segnali Tv ricevibili senza pagamento supplementare. Ma perché vi è stata questa forte reazione della comunità italiana? Innanzitutto perché non ha ritenuto accettabile che Cablecom, grazie al suo operare in regime di monopolio nelle zone di sua competenza, possa decidere e fare quello che vuole senza neppure concedere un preavviso congruo agli utenti che volessero eventualmente rescindere il loro contratto. In secondo luogo perché già ora vedere la televisione in Svizzera, tra Billag (fr. 37,53) ed allacciamento alla rete via cavo (fr. 21), costa fr. 58.85 mensili. Un costo non indifferente per i meno abbienti e, sicuramente, per i pensionati.
E, a questo proposito, il problema da economico diventa soprattutto sociale se pensiamo che, tra i fruitori dei programmi televisivi, vi sono innanzitutto i pensionati e le persone più anziane. Bene hanno fatto, pertanto, i Comites a lanciare la petizione e a non mollare la presa nei confronti della Cablecom e del Consiglio Federale (sabato 10 febbraio alle ore 16 vi sarà un'informazione pubblica sull'intera vicenda organizzata dal Comites alla Casa d'Italia di Zurigo) poiché ormai sono oltre 40 mila i pensionati italiani in Svizzera (oltretutto tendenzialmente in forte aumento) e quindi tra i maggiori utenti della Tv dei canali italiani per ovvi motivi linguistici ed affinità culturali.
Senza, poi, dimenticare che proprio grazie alla Tv italiana gran parte dei giovani italiani di seconda e terza generazione hanno potuto e continuano a poter perfezionare la loro conoscenza della lingua di Dante e non perdere la cultura delle proprie origini.

Pubblicato il 

02.02.07

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