La vendetta dei bagolari

Qualche settimana fa ho fatto una passeggiata nel paese che ha visto nascere le mie figlie, in quella punta meridionale del canton Ticino chiamata Mendrisiotto. E durante la breve passeggiata pomeridiana mi è venuto incontro l'odio. L'odio di una parte degli esseri umani per gli esseri vegetali.
Ne avevo già avuto varie prove, ma la conferma me l'ha data lo spettacolo che si offriva ai miei occhi in via Campagnola a Coldrerio: la mite via dove accompagnavo Antonia e Vita  a guardare i fiori di campo una sera di parecchi anni fa, approfittando dell'ora silenziosa in cui i miei compaesani rinchiusi nelle cucine divoravano il televisore, durante i mondiali di calcio, tifando  per la Francia contro l'Italia - tant'è vero che alla fine della partita le campane suonarono un'allegria fuori programma...- quella strada di campagna, che sfiorava il decoro piccolo borghese delle case con giardino e nanetti, era percorsa da un brivido di morte: dieci piante giustiziate.
I giovani bagolari, appena piantati dagli operai del comune ai lati della strada per invitare gli automobilisti a moderare la velocità, erano stati segati tutti alla metà del tronco sottile. Uno zac metodico, da esperto massacratore: tutti alla stessa altezza. Io camminavo in quei posti familiari, ammiravo il faggio e la betulla che si disegnano all'orizzonte accanto alla chiesa di Sant'Apollonia, vedevo la fabbrica delle camiciaie curve sui tessuti bianchi da cucire, ripensavo all'uomo di paese che mi raccontava le sue storie; e ogni dieci passi una giovane pianta stroncata interrompeva i miei pensieri. L'odio sgranava il suo rosario.
Il bagolaro ha diversi nomi. Uno paludato: celsis australis.Gli altri rari, desueti e poetici: perlaro, pellegrino, lodogno, arcidiavolo, fraggiragolo. In dialetto spacasass. Però per gli uomini che amano il gas di scarico i bagolari non hanno neanche un nome: sono soltanto cose che sporcano per terra e impediscono di premere l'acceleratore.
Ma attenti, odiatori di alberi: i bagolari non offrono solo bacche appetite dai tordi ma anche un legno compatto e elasticissimo buono per fare fruste. Gli esemplari che sopravvivranno al vostro stupido odio vi aspetteranno nell'aldilà con i loro rami flessibili e compatti per prendervi a frustate. E vendicheranno anche i loro amici, gli aceri di via San Jorio a Locarno, frustando a dovere i consiglieri comunali che li hanno condannati a morte e che la sega elettrica sta facendo fuori - o ha già fatto fuori - senza pietà: preziose presenze che davano grazia e vitalità a uno dei più bei viali alberati di quella che, nella mia adolescenza di studente alla Magistrale, era la città azzurra.

Pubblicato il

01.05.2009 15:00
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