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La trasparenza e amministrazione 2000
di
Pietro Martinelli
Il maggiore dei fratelli Bignasca, Attilio, che è capogruppo della Lega in gran consiglio, ha dichiarato recentemente che si rifiuterà di sottostare al tradizionale giuramento o promessa solenne di fedeltà alla Costituzione in occasione dell'insediamento del nuovo Parlamento cantonale come gesto di protesta per gli scarsi mezzi che il Governo mette a disposizione dei parlamentari chiamati a esercitare l'alta vigilanza sull'attività dello Stato.
La Lega non è nuova a gesti plateali di questo genere. Su gesti simili ha costruito la propria popolarità contribuendo a discreditare il Cantone agli occhi della Svizzera benpensante. Che quegli occhi non siano innocenti poco importa perché il risultato finale per noi è il discredito, e la conseguente maggiore fatica per le nostre rivendicazioni pubbliche e private, collettive e individuali nel trovare il giusto apprezzamento e riconoscimento in Svizzera. Ci resta però la consolazione "leghista" di definire i confederati "balivi".
Ma neppure gli occhi di Attilio Bignasca sono innocenti. Quando ero in Consiglio di Stato il gruppo parlamentare leghista si caratterizzava per la raffica di domanda che poneva all'Amministrazione in occasione dei Consuntivi del Cantone. Raffica di domande che impegnava i vertici delle Divisioni, delle Sezioni, degli Uffici e dei Servizi del Cantone per alcuni giorni per fornire risposte documentate, ma che non favorivano una maggiore trasparenza perché la domande erano fatte a casaccio, senza un disegno chiaro e intelligente inteso a capire il funzionamento dello Stato e inteso a fare proposte sensate per il suo miglioramento. Ovvia la conseguente frustrazione dei richiedenti che, irritati, tornavano a trincerarsi nei luoghi comuni triti e ritriti degli sprechi, dei privilegi dei funzionari e del "…e nüm a pagum". Il problema della trasparenza dello Stato non è un problema semplice e non è un problema di oggi. Un primo importante progresso era stato realizzato negli anni settanta con l'introduzione di una nuova contabilità per centro costo che ha reso preventivi e consuntivi leggibili e confrontabili. Ci sono poi state le lunghe discussioni sulla contabilità di cassa e di competenza che pure hanno favorito maggiore chiarezza relativamente ai dati contabili specialmente delle entrate fiscali. Un altro importante progresso è arrivato con la riforma del lago d'Orta che ha permesso di creare un solo dipartimento il più possibile omogeneo per ogni Consigliere di Stato. In questo modo è stato possibile avere un solo interlocutore politico per ognuna delle principali attività dello Stato: educazione, economia e finanze, socialità e sanità, territorio e istituzioni. Alcuni "vizi politici" sono rimasti nell'ambito della ripartizione degli uffici, ma non mi sembra siano quelli che, secondo voci non confermate, il nuovo Governo intenderebbe correggere. Anzi!
Ma qualcosa di ancora più importante avrebbe dovuto derivare dalla riforma dell'Amministrazione chiamata Amministrazione 2000, varata nel 1999 poche settimane prima che io lasciassi il Consiglio di Stato e, in particolare, da due strumenti contenuti in quella riforma: "il controlling di Stato" e "gestione progetto. Stando alla cronologia di Amministrazione 2000 che ho trovato su Internet il progetto "controlling di Stato" è stato terminato il 10 giugno 2002 (sic) mentre due mesi prima, nell'aprile 2002, il Consiglio di Stato, approvava in via definitiva con risoluzione governativa, la nuova metodologia di gestione dei progetti per stabili erariali e strade cantonali che dovrebbe garantire la massima trasparenze e economicità. In particolare per il Dipartimento competente il "controlling di stato" dovrebbe "diffondere la cultura di controllo di gestione dell'Amministrazione pubblica... in modo da rendere i servizi più attenti alla spesa e alle conseguenze delle loro scelte". Attilio Bignasca conosce questo strumento ? Più in generale lo conoscono e lo usano i Consiglieri di Stato e i parlamentari? La mia impressione è che, agli strumenti moderni in auge nel settore privato i politici preferiscano il vecchio metodo, di quando non esistevano le nuove tecnologie, di lavorare a caso e per episodi. I milioni spesi per Amministrazione 2000 sono stati gettati al vento? Sembrerebbe di si anche se è ancora tempo per ricuperarli. Se gli altri dormono perché non si fanno attori del ricupero Attilio Bignasca (dopo aver giurato o promesso) e Udc che ha parlato tanto di trasparenza in campagna elettorale? Quello che è sicuro è che la trasparenza non è mai il risultato di sparate o di scoop ma di un impegno serio e faticoso dei Consgilieri di stato e dei granconsiglieri utilizzando gli strumenti che la rivoluzione tecnica ha reso disponibili.
Pubblicato il
27.04.07
Edizione cartacea
Anno X numero 17
Rubrica
Diario politico
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