La tentazione socialista

Dal 4 aprile Bellinzona avrà un Municipio profondamente rinnovato. L’uscita di scena di politici di lungo corso – il sindaco Paolo Agustoni (Plrt), il vice Dario Ghisletta (Ps), Didio Bassetti e Alessandro Ballabeni (Ppd) – non stravolgerà gli equilibri politici della capitale. Il cambiamento sarà innanzi tutto generazionale. E il ringiovanimento potrebbe inaugurare una nuova stagione politica, tanto nella gestione dell’amministrazione cittadina quanto nei rapporti fra di essa e i Comuni della regione. I volti nuovi che reggeranno le sorti di Bellinzona fino al 2008 saranno chiamati a dare una linea politica solida e coerente a un Municipio vieppiù ingrippato a causa di conflitti personali e batoste subite in votazioni popolari (semisvincoli autostradali, due volte sull’azienda elettrica, Piazza Collegiata). I socialisti si presentano alle urne con una lista equilibrata alla quale dovrebbe giovare la concorrenza interna fra candidati di buon calibro. Anche loro, come il Plrt, il Ppd e, per ragioni diverse, la Lega, hanno conosciuto negli ultimi mesi non poche tensioni, sorte attorno ad alcune candidature. Erano 1’460 nel ’96, 1’297 quattro anni dopo. Alle ultime due elezioni comunali, la lista socialista a Bellinzona aveva raccolto il 23,4 per cento dei voti. Il prossimo 4 aprile raccogliere fra le 1’350 e le 1’400 schede sarebbe «un buon risultato», dice ad area il presidente della sezione Ps Paolo Bordoli. Se fra due settimane si sfiorasse quota 1’400, verosimilmente la lista riuscirebbe a progredire anche fino al 28 per cento. Un simile risultato consoliderebbe la posizione del Ps quale secondo partito della Città (alle spalle del Plrt, davanti a Ppd, Lega e Udc), ma con ogni probabilità gli impedirebbe di conquistare il terzo seggio in un Municipio (ora composto di tre liberali-radicali, due socialisti e due democristiani) destinato ad uscire profondamente ringiovanito da quest’elezione. Cullato tutt’ora, il sogno del terzo seggio appare infatti difficilmente realizzabile. «A mio avviso è sempre plausibile – osserva Paolo Bordoli – ma lo scenario più verosimile adesso è quello del quarto seggio Plrt: un pericolo che va evitato». I socialisti non potranno contare sul traino elettorale di Dario Ghisletta per contrastare la formazione di una maggioranza assoluta liberale-radicale in Municipio. Frutto di una lunga e logorante diatriba, l’esclusione dell’attuale vicesindaco potrebbe anzi costare qualcosa in termini elettorali. Sulla carta, tuttavia, la lista socialista ha le carte in regola sia per compensare delle minime fuoriuscite di voti dall’area di sinistra (quanti verso la lista civica “Bellinzona vivibile”?), sia per racimolare voti in quella di centro-destra, in particolare fra l’elettorato di un Ppd reduce anch’esso da profondi attriti interni sfociati nell’esclusione del capogruppo Cesare Lepori. Voti supplementari, che però con ogni probabilità non saranno sufficienti né per scampare il pericolo di una maggioranza assoluta Plrt, né per evitare che si concretizzino altri scenari (come l’ingresso nell’Esecutivo di un rappresentante della lista Lega-Udc, non improbabile per effetto di una legge elettorale che favorisce l’entrata in Municipio dei partiti minoritari). Candidato di punta della lista socialista (la numero 2) è Mauro Tettamanti. Il capogruppo Ps – in Consiglio comunale da una decina d’anni – gode di ampia stima, sia a sinistra che a destra, per la competenza e la disponibilità al dialogo con cui ha sempre lavorato, in particolare in seno alla Commissione della gestione. L’ex municipale (1996-2000) Paolo Bernasconi e Lily Penelope Storelli si stanno muovendo con determinazione per mobilitare l’elettorato socialista moderato, in parte legato all’ex Pst. Rimasto escluso quattro anni fa per una manciata di voti, il primo potrebbe però pagare a caro prezzo l’aperto sostegno dato nell’autunno del 2001 alla vendita dell’azienda elettrica comunale. Anche l’uscente Stefano Peduzzi parte con un handicap non indifferente. Ha gestito in modo ingenuo (il caso del docente accusato di molestie sessuali) e poco incisivo (un esempio su tutti: il centro giovanile Casa ex Zoni) il Dicastero istruzione, sport e tempo libero. E per di più si ripresenta dopo aver fatto dietrofront sull’annunciata decisione di mettere a disposizione il suo mandato al termine dell’attuale legislatura. Matteo Ferrari e Lorenza Hofmann hanno dalla loro una riconosciuta competenza e reputazione. Sulla carta partono in buona posizione, anche se qualcuno rinfaccia al primo – dal ’96 esponente di spicco del gruppo socialista in Consiglio comunale – di non avere la tessera del partito e alla seconda di essere stata poco vicina negli ultimi anni alla sezione cittadina del Ps (a causa del suo impegno come collaboratrice personale di Patrizia Pesenti). Stefano Testa, dal canto suo, rappresenta l’ala sindacale del Ps cittadino. Per il funzionario della Vpod la lista per il Municipio dovrebbe fungere da trampolino per entrare nel Legislativo dove il il Ps conta di rendere più folto il gruppo ora composto di 12 consiglieri comunali.Erano 1’460 nel ’96, 1’297 quattro anni dopo. Alle ultime due elezioni comunali, la lista socialista a Bellinzona aveva raccolto il 23,4 per cento dei voti. Il prossimo 4 aprile raccogliere fra le 1’350 e le 1’400 schede sarebbe «un buon risultato», dice ad area il presidente della sezione Ps Paolo Bordoli. Se fra due settimane si sfiorasse quota 1’400, verosimilmente la lista riuscirebbe a progredire anche fino al 28 per cento. Un simile risultato consoliderebbe la posizione del Ps quale secondo partito della Città (alle spalle del Plrt, davanti a Ppd, Lega e Udc), ma con ogni probabilità gli impedirebbe di conquistare il terzo seggio in un Municipio (ora composto di tre liberali-radicali, due socialisti e due democristiani) destinato ad uscire profondamente ringiovanito da quest’elezione. Cullato tutt’ora, il sogno del terzo seggio appare infatti difficilmente realizzabile. «A mio avviso è sempre plausibile – osserva Paolo Bordoli – ma lo scenario più verosimile adesso è quello del quarto seggio Plrt: un pericolo che va evitato». I socialisti non potranno contare sul traino elettorale di Dario Ghisletta per contrastare la formazione di una maggioranza assoluta liberale-radicale in Municipio. Frutto di una lunga e logorante diatriba, l’esclusione dell’attuale vicesindaco potrebbe anzi costare qualcosa in termini elettorali. Sulla carta, tuttavia, la lista socialista ha le carte in regola sia per compensare delle minime fuoriuscite di voti dall’area di sinistra (quanti verso la lista civica “Bellinzona vivibile”?), sia per racimolare voti in quella di centro-destra, in particolare fra l’elettorato di un Ppd reduce anch’esso da profondi attriti interni sfociati nell’esclusione del capogruppo Cesare Lepori. Voti supplementari, che però con ogni probabilità non saranno sufficienti né per scampare il pericolo di una maggioranza assoluta Plrt, né per evitare che si concretizzino altri scenari (come l’ingresso nell’Esecutivo di un rappresentante della lista Lega-Udc, non improbabile per effetto di una legge elettorale che favorisce l’entrata in Municipio dei partiti minoritari). Candidato di punta della lista socialista (la numero 2) è Mauro Tettamanti. Il capogruppo Ps – in Consiglio comunale da una decina d’anni – gode di ampia stima, sia a sinistra che a destra, per la competenza e la disponibilità al dialogo con cui ha sempre lavorato, in particolare in seno alla Commissione della gestione. L’ex municipale (1996-2000) Paolo Bernasconi e Lily Penelope Storelli si stanno muovendo con determinazione per mobilitare l’elettorato socialista moderato, in parte legato all’ex Pst. Rimasto escluso quattro anni fa per una manciata di voti, il primo potrebbe però pagare a caro prezzo l’aperto sostegno dato nell’autunno del 2001 alla vendita dell’azienda elettrica comunale. Anche l’uscente Stefano Peduzzi parte con un handicap non indifferente. Ha gestito in modo ingenuo (il caso del docente accusato di molestie sessuali) e poco incisivo (un esempio su tutti: il centro giovanile Casa ex Zoni) il Dicastero istruzione, sport e tempo libero. E per di più si ripresenta dopo aver fatto dietrofront sull’annunciata decisione di mettere a disposizione il suo mandato al termine dell’attuale legislatura. Matteo Ferrari e Lorenza Hofmann hanno dalla loro una riconosciuta competenza e reputazione. Sulla carta partono in buona posizione, anche se qualcuno rinfaccia al primo – dal ’96 esponente di spicco del gruppo socialista in Consiglio comunale – di non avere la tessera del partito e alla seconda di essere stata poco vicina negli ultimi anni alla sezione cittadina del Ps (a causa del suo impegno come collaboratrice personale di Patrizia Pesenti). Stefano Testa, dal canto suo, rappresenta l’ala sindacale del Ps cittadino. Per il funzionario della Vpod la lista per il Municipio dovrebbe fungere da trampolino per entrare nel Legislativo dove il il Ps conta di rendere più folto il gruppo ora composto di 12 consiglieri comunali. “Lasciati tentare… vota socialista!” Forte della fedeltà della sua base, a Bellinzona il Ps ammicca all’elettorato centrista e di destra. A strizzare l’occhio a chi solitamente socialista non vota è il “biscione” visconteo raffigurato sullo stemma della capitale. Il “biscione” tentatore è stato adottato dal partito quale simbolo della campagna elettorale entrata nel vivo negli scorsi giorni. Un simbolo che ha una doppia valenza, utilitaria e identitaria: al Ps serve sia per mandare segnali di fumo oltre i confini del suo “bacino” di voti tradizionale, sia per marcare la simbiosi che lo unisce alla storia della Città. C’è voluto un paio di mesi alla Savoia Comunicazioni Sagl per elaborare concetto e simbologia della campagna. Alla sua terza esperienza di marketing elettorale per il Ps di Bellinzona, il responsabile Sergio Savoia spiega ad area che l’idea (concretizzata graficamente da Christian Demarta) è stata sin dall’inizio quella di fare «qualcosa di spiritoso» in modo da sganciarsi dall’immagine «un po’ seriosa del nostro partito». «La storia del Ps di Bellinzona – osserva Savoia, candidato al Consiglio comunale e granconsigliere – è anche la storia della Città e viceversa. Il Partito socialista qui ha un forte radicamento che risale alla costruzione della ferrovia e che si è sempre mantenuto fino ad oggi». Da questa simbiosi è nata l’idea di adottare il “biscione” della famiglia Visconti (lo stemma della Città). A lui spetta il compito di tentare anche l’elettorato che tradizionalmente non vota Ps: «Il pieno dei nostri voti lo abbiamo sempre fatto e lo faremo anche questa volta – dice Sergio Savoia –. Vorremmo però che ci votassero anche quelle persone sensibili alle tematiche che difendiamo ma che, per un motivo o per un altro, non hanno mai fatto il passo di votare socialista, o che magari l’hanno fatto lo scorso ottobre». Il “biscione” campeggerà a partire dai prossimi giorni su nove tipi di manifesti tematici (anziani, comunicazione, aziende pubbliche, traffico, integrazione, gioventù e infanzia, lavoro, famiglie, amministrazione). Quattro anni fa i cartelloni erano stati disseminati sull’intero territorio cittadino e ad ognuno di loro corrispondeva un messaggio specifico al luogo in cui erano esposti. Quest’anno, invece, è stata fatta una scelta diversa. Quasi tutti i manifesti col “biscione” saranno affissi a gruppi di tre in 27 posizioni, la maggior parte situate lungo le vie d’accesso principali alla Città. Oltre che sui cartelloni pubblicitari, lo stemma della famiglia Visconti appare anche – adattato e integrato a quello della sezione – sul logo ufficiale di una campagna che pian piano sta entrando nel vivo. Questa settimana sono apparse infatti le prime inserzioni sulle pagine de laRegioneTicino che quest’anno – a differenza di quanto successo nel 2000 – è stata privilegiata rispetto agli altri quotidiani. Sempre per questa settimana, inoltre, era previsto l’invio a tutti i fuochi del periodico della sezione “Punti di vista”. La settimana precedente il voto verrà infine distribuito un volantino con i volti di tutti i candidati che richiama il motivo del “biscione”. Quattro anni fa la sezione cittadina del Ps riuscì a contenere le spese della campagna elettorale al di sotto dei 20 mila franchi. Anche quest’anno il partito conta di cavarsela con meno dei 25 mila franchi previsti. Un obiettivo che dovrebbe essere centrato, anche se gli imprevisti sono dietro l’angolo. Come quello delle 450 mele biologiche andate a ruba in poche ore sabato scorso alla bancarella allestita dal Ps al mercato cittadino. Le mele dovevano bastare per tre sabati pre-elettorali, ma nei giorni scorsi se n’è dovute acquistare altrettante da un’azienda agricola del Piano di Magadino. Una piccola spesa in più che però – a meno che i bellinzonesi non guardino in faccia a nessuno davanti a una mela – è di buon auspicio per i socialisti della capitale.

Pubblicato il

19.03.2004 02:30
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