La sinistra sia più propositiva

Le votazioni federali e cantonali del 16 maggio sono molto importanti. Se, come spero, le raccomandazioni di voto dell’Unione Sindacale Svizzera (Uss) e del Ps svizzero otterranno la maggioranza, la sinistra non avrà motivo di cantare vittoria, ma potrà essere orgogliosa di aver evitato il peggio. Però i no non saranno la soluzione dei problemi. Visto che il debito pubblico della Confederazione sfiora i 125 miliardi ci vorranno anche nuove entrate e sarebbe temerario escludere dei risparmi. In questo ambito il Ps è poco propositivo: le migliori teste della sinistra dovrebbero cercare delle soluzioni, da concordare con altri partiti. La lunga fila di no proposta dalla sinistra sembra aver inebriato diversi sindacati svizzeri e cantonali. Sul volantino del mio sindacato dei tipografi e dei giornalisti Comedia per giustificare il no all’aumento dell’Iva si legge: “fermate la rapina statale delle rendite!”. Più pacati il Sei, Flmo Ticino e Unia che chiedono pure un no ad un’imposta pagata solo dai salariati. Quest’ultima affermazione non è corretta poiché tutti pagano l’Iva; anche se è vero che incide meno sui bilanci dei benestanti. Se l’Uss come il Ps svizzero e ticinese raccomandano un convinto sì all’aumento dell’Iva, ci saranno delle ragioni valide. Prima fra tutte l’Assicurazione invalidità (Ai) che con le sue ingenti perdite ha bisogno di nuovi mezzi: l’aumento dell’Iva dello 0,8 per cento previsto per l’Ai è necessario, altrimenti arriveranno tagli incisivi a questa assicurazione sociale. D’altra parte, l’uno per cento di aumento previsto per l’Avs è meno urgente, ma siccome ci vuole un adeguamento della Costituzione federale è preferibile dare adesso la competenza a Consiglio federale e parlamento per poter alzare l’Iva in favore dell’Avs più tardi. In Ticino sarà più difficile raggiungere i quattro no a livello cantonale, ma non è impossibile. Il governo è passato da una serie di sgravi fiscali a dei tagli in diversi ambiti. Quello che fa rabbia è il fatto che il governo non abbia cercato la discussione con i rappresentanti delle persone direttamente toccate dai tagli. Mi auguro che questo modo di procedere in contrasto con le regole democratiche del nostro paese non riceva l’avallo del popolo. Tuttavia gli sperati no non risolveranno i problemi. Sarà quindi compito della sinistra fare delle proposte per meglio equilibrare i conti del cantone combinando risparmi con nuove entrate. È indispensabile discutere su questi argomenti senza pregiudizi da parte del governo e della sinistra. Dubito che la ministra delle finanze Marina Masoni, campionessa nella battaglia per il menostato, prima quale granconsigliera, adesso quale consigliera di Stato, sarà disposta a fare tale passo. In questo caso sarà inevitabile una rotazione in governo. Poiché non vogliamo sacrificare la cultura del dialogo e del compromesso.

Pubblicato il

14.05.2004 13:00
Beat Allenbach