Le piccole e medie imprese (Pmi), viene spesso ripetuto, costituiscono la spina dorsale dell'economia elvetica. Un recente studio condotto dall'Università di Friburgo ha cercato di mettere a fuoco le modalità di selezione degli apprendisti da parte delle Pmi. I risultati sono sconcertanti: non esistono criteri e modalità di scelta identificabili.
Sono ormai finiti, tanto per i giovani quanto per gli adulti, i tempi in cui bastava bussare alla prima porta per trovare un impiego. Il mondo del lavoro svizzero ha conosciuto un periodo, che i nostri giovani manco possono immaginare, in cui un ragazzo poteva attendere la fine della scuola prima di mettersi alla ricerca di un posto di apprendistato. Al giorno d'oggi, i primi annunci di ricerca di apprendisti vengono pubblicati nei quotidiani in autunno per l'estate successiva.
Se molte grandi imprese si sono dotate di procedure e criteri standard di selezione, che cosa avviene a livello delle Pmi? I metodi di scelta sono molto complessi, estremamente variati e difficilmente classificabili: non solo variano da settore a settore, ma anche all'interno di una stessa azienda da una candidatura all'altra.
I ricercatori friburghesi optano per il termine di "gatekeeper" (guardiano del cancello) per designare la persona che, all'interno delle aziende, si occupa della selezione dei futuri apprendisti. Ogni gatekeeper adotta metodi suoi, risultanti da un mix di formazione, esperienza personale e stereotipi. Alcuni selezionatori decidono già durante il primo colloquio telefonico se incoraggiare una candidatura o meno: determinante è in questo caso il modo di esprimersi del giovane. Altri accordano grande importanza ad uno stage lavorativo, in cui mettere alla prova il candidato. C'è chi si affida invece alla valutazione di un dossier scritto, la cui lettura gli fornisce informazioni sul percorso scolastico, la motivazione per la professione e/o gli hobbies praticati. C'è chi ricorre ai risultati di test attitudinali, tramite i quali operare una prima selezione. La maggior parte adotta più strumenti.
Tramite la ricerca non è stato possibile stabilire quali fattori influenzano maggiormente la scelta dei gatekeepers. Neanche le note scolastiche (un tempo ritenute fondamentali per la ricerca di un posto di apprendistato) rappresentano un elemento chiave della selezione: se da una parte forniscono ai gatekeepers preziose indicazioni sul futuro rendimento scolastico, dall'altra non gli garantiscono che il giovane sappia inserirsi in modo proficuo nella professione e nell'azienda. Questo è il punto fermo della ricerca: i gatekeepers vogliono apprendisti in grado di soddisfare le esigenze dell'azienda e che non pongano problemi.
Che di riflesso è poi ciò che vorrebbero anche gli apprendisti e le apprendiste: dei datori di lavoro (e dei maestri di tirocinio) che soddisfino le loro esigenze e non gli pongano problemi. Solo che loro non hanno la scelta.

Pubblicato il 

20.04.07

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