La scuola inclusiva è la migliore, i livelli sono una pecca da risolvere

L’idea di superare i livelli nella scuola media, cancellando di fatto gli obblighi di scelta oggi imposti a partire dalla seconda media, è condivisa in modo trasversale da una bella e ampia fetta del paese. Ma superare i livelli è un concetto molto “largo”, così largo da permettere di tenere sotto lo stesso tetto visioni completamente diverse di scuola, spesso diametralmente opposte.


Per questo è fondamentale, quale premessa, fare una scelta di campo chiara su dove ci si colloca con questa affermazione. Personalmente non ho alcun dubbio sul fatto che la scuola inclusiva sia il miglior strumento di apprendimento, conoscenza, crescita emotiva e formativa che si possa offrire ai nostri giovani. Il migliore senza ombra di dubbio!  E i risultati ce lo raccontano e dimostrano.


In Ticino abbiamo un numero di maturati liceali e professionali superiore alla media svizzera e siamo il secondo cantone per numero di titoli universitari conseguiti da suoi cittadini.


Ma l’esistenza degli attuali livelli e di tutti i suoi progenitori è una pecca (assolutamente accettabile ai tempi della nascita di quel progetto rivoluzionario concepito da Franco Lepori con la creazione della scuola media), una pecca che ha bisogno di essere risolta. E sono proprio i genitori, ma anche i docenti, a raccontarci le difficoltà e la sofferenza vissuta dagli allievi a partire dalla seconda media nel raggiungere l’obiettivo di avere le medie necessarie per potersi permettere l’accesso a qualsiasi tipo di scuola. Oltretutto in un periodo della loro vita, in molti casi, difficile e complesso!


Resta il fatto che il problema dei livelli deve essere gestito, risolto e superato nell’ambito della scuola media perché non sarebbe per nulla accettabile, a mio giudizio, che il tema fosse semplicemente espulso dalla scuola dell’obbligo per essere ribaltato sulle scuole o le formazioni superiori, inaugurando una sorta di libero mercato degli accessi e quindi un regime di libera concorrenza tra le scuole superiori stesse. Sarebbe infatti una prospettiva orribile e con rischi sociali enormi e dirompenti!
Ma i livelli sono un’urgenza impellente? Non so rispondere in modo compiuto; qualche dubbio mi resta! È innegabile che di fronte allo scontro ideologico, strumentalizzato dalla destra e lasciato crescere in questi mesi su questo tema, oggi i livelli sono diventati davvero una priorità per la nostra scuola.


Che fare? Prima di tutto chiarire che superare i livelli non vuol dire cancellare i livelli, ma cercare di rendere inutile l’esistenza dei livelli, dando alle allieve e agli allievi gli strumenti loro necessari per affrontare il “dopo” con le maggiori competenze, conoscenze e basi possibili. 

 

E poi, può sembrare banale e buonista quando invece è importantissimo, è necessario promuovere il coinvolgimento corale di tutta la scuola.
Concretizzando poi, senza inutili scontri ideologici a livello pedagogico, armati di sano e per gli allievi importante e utile pragmatismo, una cassetta di possibili strumenti per ottenere questo superamento. Una cassetta condivisa in cui ogni scuola, con tutte le sue specificità e le sue caratteristiche, potrà trovare gli strumenti più adatti per dare alle sue allieve e ai suoi allievi tutto quanto serve loro.


E’ utopia? Si può fare? Sono convinta di sì. Basta volerlo!

Pubblicato il

17.02.2022 10:11
Anna Biscossa
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