“Il caffè”, giornale della domenica, è partito lancia in resta in difesa della grande distribuzione. Addirittura manda in campo il suo editore, Giò Rezzonico, ad intervistarne i capetti locali. Una rosa “Il caffè” la merita dunque per aver pubblicato due settimane fa un sondaggio in cui i ticinesi danno torto su tutta la linea alla grande distribuzione: alla gente gli orari d’apertura dei negozi vanno bene così e di fare la spesa la domenica non gliene importa, punto e basta. Apriti cielo: “Il caffè” è corso ai ripari una settimana fa con un editoriale del direttore Lillo Alaimo in cui spiega ai ticinesi che sbagliano, che sono contraddittori e che così affossano l’economia. Un cactus a lui, che chiudendo il giornale al sabato ha sempre libero la domenica. Ma perché “Il caffè” ci tiene così tanto ad americanizzare la nostra economia? Basta sfogliare l’ultimo numero: 4 pagine di pubblicità di Migros, una di Coop, mezza di Manor, mezza di Fust, un quarto di Ippergros, oltre ad un inserto di 12 pagine di Conforama. Più tutta la pubblicità parassitaria. Ad essere prudenti fanno almeno 50 mila franchi a settimana – il prezzo di un’idea. |