La riforma costituzionale di Berlusconi penalizza gli italiani all’estero

Anche all’estero abbiamo seguito con grande interesse la discussione in Senato della Riforma Costituzionale e debbo confessare che, personalmente, facevo il tifo affinché gli altri partiti della Casa delle Libertà non cedessero al ricatto della Lega Nord e quindi non si affrettassero ad approvarla. Invece il ricatto del Ministro Calderoli e degli altri ministri e parlamentari padani ha funzionato ancora una volta e la maggioranza di governo ha approvato in fretta e furia, anche al Senato, questa riforma criticata da quasi tutti i più noti costituzionalisti italiani e che metterà a grave rischio l’unità dell’Italia. Ero, e resto, contrario a questa riforma (e come me lo saranno certamente anche quasi tutti gli italiani all’estero), innanzitutto perché come emigrati sentiamo molto forte il senso dell’appartenenza all’Italia, forse ancor di più dei nostri connazionali in Patria. In secondo luogo perché, con la riforma, scompariranno i sei senatori eletti nella Circoscrizione Estero per cui nel Senato Federale non vi sarà alcuna rappresentanza degli italiani all’estero. Così che lascia stupiti la soddisfazione espressa dal Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, per l’approvazione di questa Riforma Costituzionale. Una soddisfazione motivata dal fatto che, comunque, la rappresentanza dei 18 parlamentari (12 alla Camera e 6 al Senato) della Circoscrizione Estero, prevista dall’attuale legge, resterà immutata numericamente poiché la scomparsa dei sei senatori verrà compensata dall’aumento del numero dei deputati da 12 a 18. Sì, siamo stupiti perché, come emigrati e come militanti nell’associazionismo regionale (personalmente in quello toscano), siamo testimoni diretti degli stretti rapporti e dei forti interessi che gli italiani all’estero hanno, già oggi, con le rispettive Regioni di origine, per le sempre più numerose competenze che esse hanno assunto ed avranno ancor di più in futuro anche a seguito della Riforma Costituzionale. Mentre, con questa stessa Riforma, gli italiani all’estero non saranno rappresentati nel futuro Senato Federale della Repubblica italiana e cioè proprio in quella Camera dove si discuterà e legifererà di materie di competenza delle Regioni che, per molti aspetti, li riguarderà direttamente. Pertanto, alla luce della recente legge sul voto all’estero, la Circoscrizione Estero, a mio avviso, poteva benissimo essere considerata come la ventunesima Regione italiana per permettere una sua rappresentanza anche nel costituendo Senato Federale. In ogni caso per il referendum confermativo di questa Riforma Costituzionale, che sarà indispensabile, potranno votare per corrispondenza anche gli emigrati e così si potrà verificare come la pensano gli elettori italiani residenti all’estero! Sempre che questa legislatura duri abbastanza da consentire il doppio passaggio parlamentare della Riforma, e ciò non è assolutamente scontato alla luce di quello che sta accadendo in questi giorni nella maggioranza di governo. Una maggioranza che sembrava granitica ma che, dopo la batosta subita nelle recenti votazioni amministrative, si è invece sgretolata, tanto da costringere il presidente del Consiglio Berlusconi a dare le dimissioni per tentare di ricostruire un Berlusconi bis, pardon ter!

Pubblicato il

29.04.2005 13:30
Dino Nardi