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La rendita o il capitale?
di
Anna Luisa Ferro Mäder
Rendita o capitale? È una domanda che si pongono molti stranieri, quando si avvicina il momento del pensionamento. Questo dilemma è più che mai d'attualità in questi mesi, all'avvicinarsi della scadenza del 31 maggio 2007. Dopo questa data sarà possibile ritirare in anticipo il capitale accumulato del secondo pilastro solo a certe condizioni. Per chi va in pensione regolarmente tutto resterà invariato.
I sindacati, i patronati e le organizzazioni degli immigrati hanno intensificato in questi mesi il lavoro d'informazione. «Ogni giorno vengono da me almeno una decina di persone per chiedermi del cambiamento» precisa ad area
Fancesco Miceli
dell'Inca a Berna. La risposta è del tutto simile se si rivolge la stessa domanda ai colleghi dell'Ital-Uil o ai sindacalisti di Unia che ogni giorno visitano cantieri o posti di lavoro.
Molti stanno organizzato serate informative. «Noi di Unia in collaborazione con il Comites di Soletta abbiamo chiesto al presidente dell'Ital-Uil, Dino Nardi, di venire a spiegare ai lavoratori italiani, ma anche spagnoli e portoghesi cosa cambia dopo il primo di giugno» precisa ad area il sindacalista
Vincenzo Giovannelli,
mostrando i volantini che sta distribuendo a Olten, Soletta e Bienne, dove si terranno le serate informative.
«Anche a Berna stiamo facendo lo stesso» precisa ad area
Guglielmo Grossi
. Anche lui sta organizzando per conto della sezione di Unia un'assemblea per informare sui cambiamenti che riguardano le casse pensioni e il prelievo del capitale obbligatorio. «Ogni volta che organizziamo manifestazioni come queste riempiamo le sale» afferma Miceli, testimoniando l'interesse degli stranieri per questo problema. «A Zurigo, Friburgo e in altre città della Svizzera sono in programma assemblee analoghe», afferma
Vania Alleva
della centrale di Unia, che recentemente ha organizzato una giornata di studio per aiutare i sindacalisti a rispondere alle tante domande che si sentono continuamente rivolgere dai lavoratori.
All'avvicinarsi della scadenza di giugno, c'è chi ha già deciso di lasciare la Svizzera per rientrare in patria. Sono giovani e meno giovani. «Questa sera incontro una famiglia portoghese che ha deciso di andarsene. Partono padre, madre e tre figli. Il più giovane ha 18 anni» afferma ad area
Manuel Beja
, sindacalista che per anni ha seguito le vicende di questa comunità.
Conosce molti casi come questi. «Due miei amici stanno partendo. Un portoghese della regione di Sciaffusa è morto in un incidente sul lavoro proprio nell'ultima settimana di lavoro. Anche lui stava per rientrare in Portogallo», racconta. Secondo Beja potrebbero essere circa 2000 le famiglie che se ne andranno nei prossimi mesi dalla Svizzera.
I cambiamenti sulle disposizioni del ritiro del capitale del secondo pilastro, che entrano in vigore in giugno, hanno forse accelerato le decisioni di chi aveva già programmato di rientrare.
«Questa è solo una ragione in più, ma non la sola ragione», afferma ad area il sindacalista spagnolo
Jesus Fernandes
, che già in passato ha visto partire molti spagnoli. L'opinione è condivisa dalla collega spagnola di Berna Maria Montagna. «Chi aveva già voglia di partire adesso forse coglie l'occasione», conferma.
Sono tanti gli italiani che si informano, ma molti ritengono che alla fine se ne andranno solo in pochi. «Lo ha fatto per esempio un lavoratore logorato fisicamente. Non se la sentiva di aspettare fino all'età di pensionamento. Adesso rientra con moglie e due figli», precisa Grossi spiegando che la decisione di restare o andare è prettamente individuale. «Non penso che siano in molti a rientrare» afferma a sua volta
Gianfranco Gazzola
dell'Inca Svizzera. È convinto che la gente, dopo aver esaminato attentamente la situazione, si renderà conto che non vale assolutamente la pena di affrettare una decisione così importante che va ponderata attentamente. Prima di ritirare il capitale bisogna infatti saper cosa se ne vuole fare. Senza dimenticare che chi ritira il capitale rinuncia a quella rendita che insieme all'Avs era pensata per rendere economicamente tranquilla la vecchiaia.
"Prelevare in contanti solo se non si lavora più"
Cosa succede dal primo giugno 2007? Abbiamo rivolto la domanda a Vania Alleva, responsabile della mano d'opera estera all'Unia.
Termina il periodo transitorio degli accordi bilaterali con l'Unione europea, ciò significa che vi saranno alcuni cambiamenti per quanto riguarda le modalità del prelievo dei capitali del secondo pilastro.
Non sarà più possibile ritirarli come adesso?
Chi va in pensione a 65 anni, ma anche chi ci va anticipatamente, potrà come adesso optare per la rendita o ritirare il capitale in contanti che ha accumulato negli anni.
E gli altri?
Chi non è ancora in età di pensionamento e si trasferisce in un paese dell'Unione europea, quindi per esempio in Italia, potrà prelevare in contati la somma accumulata solo se nel luogo di residenza non esercita un'attività lavorativa, sia dipendente sia indipendente.
Come fa a dimostrarlo?
Portogallo, Spagna e Italia hanno stipulato un accordo amministrativo grazia al quale da giugno sarà possibile attestare in modo semplice e non burocratico se la persona in questione sottostà o no all'assicurazione di vecchiaia obbligatoria nel nuovo stato di residenza.
E se uno vuole costruirsi una casa in Italia potrà attingere ai fondi del secondo pilastro?
Sì, se è per l'acquisto della prima abitazione. Chi ha meno di 50 anni e vuole acquistare una casa o un appartamento in Italia può ritirare tutte le prestazioni di libero passaggio. Chi ha più di 50 anni può prelevare al massimo le prestazioni di libero passaggio cui avrebbe avuto diritto a 50 anni o la metà delle prestazioni cui ha diritto al momento del prelievo.
Non è quindi il caso di allarmarsi?
Assolutamente no! Intanto perché i soldi non vanno persi. Inoltre, restare in Svizzera o tornare nel paese d'origine è una decisione che deve essere ben riflettuta. Pensando al futuro non bisogna dimenticare che le prestazioni della cassa pensione hanno lo scopo di garantire una vita migliore dopo il pensionamento, ciò vuol dire che bisogna valutare con tranquillità se ritirare il capitale o chiedere una rendita.
Un accordo con l'Italia
Dopo Portogallo e Spagna, adesso anche l'Italia ha raggiunto attraverso l'Inps (Istituto nazionale di previdenza sociale) un accordo con il Fondo di garanzia svizzero del secondo pilastro sulle modalità per il ritiro del capitale accumulato di cassa pensione dopo la scadenza del 31 maggio 2007. L'accordo è stato annunciato dall'Ambasciata d'Italia a Berna.
Secondo la legge oggi in vigore, il lavoratore che lascia definitivamente la Svizzera può ritirare in una sola volta tutto il capitale accumulato nella cassa del secondo pilastro.
Dal primo giugno 2007, chi lascia definitivamente la Svizzera prima dell'età di pensionamento se vuole ritirare il capitale in contanti lo può fare a condizione di non essere iscritto all'assicurazione generale obbligatoria contro i rischi di vecchiaia, invalidità e superstiti del paese in cui va ad abitare.
Per quanto riguarda l'Italia, ciò significa che la persona al suo rientro non deve esercitare attività lavorativa dipendente o indipendente e non riceve prestazioni di disoccupazione.
Queste persone possono chiedere al Fondo di garanzia di verificare in Italia che non sono effettivamente iscritte al regime obbligatorio contro i rischi di vecchiaia, superstite e invalidità.
In base all'accordo procedurale raggiunto il 24 gennaio, il Fondo di garanzia si può rivolgere all'Inps, chiedendo di fare gli accertamenti necessari e fissando come giorno di riferimento per il controllo 90 giorni dopo la domanda presentata al fondo di garanzia.
L'Istituto italiano si è impegnato a fare la verifica e a comunicare il risultato. Se effettivamente la persona non risulta iscritta all'Assicurazione obbligatoria contro i rischi di vecchiaia, invalidità e superstiti allora riceverà in contanti il pagamento dei suoi averi del secondo pilastro.
Va ricordato che i fondi del secondo pilastro possono essere sempre ritirati – anche dopo giugno 2007 – senza problemi da chi ha compito 65 anni o è andato in pensione anticipatamente.
Pubblicato il
16.02.07
Edizione cartacea
Anno X numero 7-8
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