La razza prepotente

Filippo Lombardi vuole essere giudicato politicamente. Bene: politicamente il suo seggio in Consiglio degli Stati non è più difendibile. Lombardi farebbe cosa buona e giusta se si dimettesse, atto dovuto alle cittadine e ai cittadini di tutta la Svizzera, oltre che al suo partito. Perché pur volendo giudicare il suo comportamento nel modo a lui più favorevole possibile, rimangono comunque delle condanne amministrative e penali taciute a tutti, un atteggiamento sprezzante nei confronti della legge e delle sanzioni inflittegli dalle autorità competenti e una serie di mezze ammissioni e precipitose marce indietro inanellate da quando, una settimana fa, il caso ha cominciato a venire a galla. Insomma, Lombardi palesemente non è all’altezza delle responsabilità e degli oneri che la carica di deputato al Consiglio degli Stati comportano. Se ne vada. Quella che non è una coincidenza affianca Lombardi ad un altro dei quattro candidati ticinesi alla Camera dei Cantoni, pure lui pregiudicato, Giuliano Bignasca. Sorvoliamo sull’ennesimo colpo all’immagine del Ticino, che certamente non contribuisce a rendere più credibile la nostra classe politica a Berna (e che danneggia tutti i ticinesi). Lombardi e Bignasca sono accomunati, con i dovuti distinguo, dall’atteggiamento nei confronti del sistema normativo e delle regole generalmente accettate della politica. Ed è l’atteggiamento prevaricatore di quella destra prepotente che considera il diritto un ostacolo ad ogni sua ambizione. Il Lombardi che sfreccia a 120 all’ora in autostrada dove c’è un limite di 80 all’ora per un cantiere, oltre che comportarsi da incosciente, dimostra di non avere nessun rispetto per chi su quel cantiere lavora. Ma è lo stesso Lombardi che sistematicamente vota contro la tutela dell’ambiente, considerata dalla destra economica un noioso e costoso ostacolo alla sua sete di guadagno, e che sbraita contro i “lacci e lacciuoli legislativi” che inibiscono la libertà del cittadino. Se il diritto ha anche la funzione di tutelare i più deboli dall’arbitrio dei più forti, Lombardi come Bignasca lo combatte, in nome del privilegio dei potenti e prepotenti. In questo senso le sue numerose infrazioni al codice della circolazione sono espressione di un atteggiamento anche politico, quello di una razza prepotente e spregiudicata, la nuova destra affarista e maneggiona. A questo punto l’elezione per il Consiglio degli Stati diventa per i ticinesi una sorta di referendum sulla limpidezza morale della sua classe politica. In un altro Cantone questo problema non si porrebbe neppure, perché Lombardi e Bignasca non sarebbero nemmeno candidati. Ora il Ticino può finalmente dire da che parte sta, senza se e senza ma.

Pubblicato il

03.10.2003 00:30
Gianfranco Helbling