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La rassicurante realtà del telefonino
di
Cristina Foglia
Anno nuovo. “Vivi al massimo il tuo telefonino” dice un cartellone pubblicitario di quelli che, quando sei fermo in fila al semaforo rosso, non puoi fare a meno di guardare. Caspita! Questo sì che è un buon proposito! Cosa farai quest’anno? Hai progetti? Sì, vivrò al massimo il mio telefonino. Oh, non è che manchi l’impegno: lo fanno già in tanti. Finisce il film e al cinema è tutto un rovistare nelle tasche e nelle borsette per riattivare la suoneria, leggere i messaggini che sono rimasti inevasi per ben un’ora e passa, mandare un SMS per dire che il film è finito e che siamo in arrivo. Deve esserci qualcosa di fortemente rassicurante nelle pratiche legate al cellulare. È come se ci tenessero legati sempre a qualcuno, sempre in contatto, mai soli. La Rete è con te. E i gestori lo sanno. Mandi la fotografia alla nonna attraverso il sistema che fa delle tue immagini delle cartoline bell’e pronte, ritrai il pupo che ride in mezzo alla neve e lo invii ai parenti all’estero... insomma sei sempre in compagnia delle persone a te care. Il resto può anche andare a farsi benedire. Non interessa più. Per strada non ci si guarda, ognuno con gli occhi dentro il suo cellulare. – Che bel tipo, guarda! – Dove dove? – Ma qui, sul sito maschiosexy.com! – Ah, pensavo quello là sull’altro marciapiede. – Che meraviglia! – Cosa? Ah sì, il lago d’inverno, così grigio-blu, fermo silenzioso …è vero teee…bello! – Macché lago. Qui, l’atollo delle Maldive che ho messo sul salvaschermo. Venti secondi per sognare e poi via, al lavoro. Pausa-caffé per guardare qualche offerta last-minute che non coglieremo mai ma non importa, l’effetto-illusione è assicurato. E poi di nuovo dentro il lavoro. Saremo ridotti al punto che può passarci accanto un marziano ma noi non ci saremo accorti perché intenti a lamentarci via Sms che non succede mai niente, che è sempre il solito tran tran. E come no? A furia di scrivere o telefonare per dire sto arrivando o sono appena partito, che il treno è in ritardo, altro che non stufarsi a morte. Eppure è rassicurante, altrimenti non lo faremmo. Sarà che il mondo vero diventa sempre più inquietante, così blindato, infarcito di sistemi di sicurezza che rendono tutti quanti ipersensibili e paranoici. Esagero? Quanti voli sono stati annullati, quante strade sbarrate, quanti cieli “banditi” dai voli aerei per la paura di attentati? Ragazzi, il mondo di Matrix e di Mad Max si avvicina a grandi passi. Fra vent’anni saremo tutti come topi a vivere dentro tane con porte spesse un metro. E intanto fuori ci sarà una rete stradale da sogno costata trenta miliardi (più dieci di sorpasso di preventivo) percorsa esclusivamente da camion enormi e carichi di ogni ben di dio che andranno a riempire qualche shopping center sotterraneo. L’aria è irrespirabile quindi non si può uscire, se non nei giorni autorizzati. E allora la realtà sarà solo quella che leggiamo sul telefonino, che vediamo alla televisione, che ci costruiamo a casa, con gli home-cinema. Purché le batterie tengano…
Pubblicato il
09.01.04
Edizione cartacea
Anno VII numero 1-2
Rubrica
Costume
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