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Si torna a parlare di naturalizzazione. A quasi nove anni dalla sua adozione e a distanza di cinque anni dalla sua entrata in vigore, la Legge sulla cittadinanza deve essere rivista. È quanto propone l’Associazione “Vierviertel” che lancia un’iniziativa popolare – “Per un diritto di cittadinanza moderno (Iniziativa per la democrazia)” – che chiede un vero e proprio cambio di paradigma in materia di naturalizzazione. Il 9 maggio la Cancelleria federale ha deciso che la lista per la raccolta delle firme a sostegno dell’iniziativa presentata il 2 maggio soddisfa tutte le esigenze legali. Il termine per la raccolta delle firme è stato fissato al 23 novembre 2024. La raccolta delle firme comincerà il 23 maggio in occasione di una conferenza stampa che si terrà presso il Centro stampa di Palazzo federale.


La Svizzera è uno dei paesi europei in cui è più difficile ottenere la naturalizzazione e la nuova Legge sulla cittadinanza, entrata in vigore il 1° gennaio 2018, ha ulteriormente complicato e irrigidito l’accesso al passaporto rossocrociato.  La naturalizzazione, e quindi l’accesso alla cittadinanza, deve essere considerata un diritto fondamentale affinché chiunque viva in Svizzera abbia diritto alla piena partecipazione alla vita politica e sociale e sia considerato un membro a pieno titolo della comunità.


Nella Confederazione, invece, un quarto della popolazione non possiede il passaporto svizzero e così, mentre la diversità è diventata da tempo parte della vita quotidiana, le opportunità e i diritti sono invece distribuiti in modo ineguale a livello politico, economico, sociale e culturale. L’iniziativa si pone quindi l’obiettivo di modificare il capoverso 2 dell’art. 38 della Costituzione federale integrando l’attuale testo con l’indicazione dei criteri che danno accesso alla cittadinanza svizzera.


In base al nuovo testo avrebbero diritto alla concessione della cittadinanza, su domanda, gli stranieri che: a) soggiornano legalmente in Svizzera da cinque anni; b) non sono stati condannati a una pena detentiva di lunga durata; c) non compromettono la sicurezza interna ed esterna della Svizzera e d) hanno conoscenze di base di una lingua nazionale. Si vuole pertanto introdurre una procedura rapida, poco costosa e di competenza di un’autorità amministrativa. Chi ha vissuto in Svizzera per cinque anni e soddisfa gli altri criteri, dovrebbe avere diritto alla naturalizzazione indipendentemente dal suo status di residenza.


Criteri obsoleti, irrilevanti e arbitrari dovrebbero essere aboliti e non appaiono più giustificabili i periodi di soggiorno a livello cantonale e comunale. Il diritto alla naturalizzazione inoltre non dovrebbe essere negato, come accade oggi, a chi ha dovuto far capo a prestazioni sociali.


La Confederazione, i Cantoni e i Comuni devono invece farsi parte attiva e promuovere la naturalizzazione e ciò nell’interesse di una vera democrazia in cui tutti i membri della comunità, indipendentemente dalla loro origine, dalle loro convinzioni ideologiche e dalla loro posizione sociale abbiano pieno accesso ai diritti civili.

Pubblicato il 

11.05.23
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