La maschera del clown

Quando cade "la maschera del clown", quel che appare allo specchio è il volto di "un buffone sciovinista", un "anziano libertino" che isola l'Italia determinando lo "sconcerto dei suoi alleati". Conclusione: «Gli elettori italiani devono riflettere». Così il "Times", che usa un linguaggio ben poco british, non molto dissimile da quello del "Financial Times" o di "Liberation".
A due giorni dalle elezioni europee non ci si interroga su quel che lo specchio ci rimanda – è lui, il presidente Silvio Berlusconi, impossibile non riconoscerlo – quanto piuttosto sulla reazione del Belpaese alla vista. Se è vero che Berlusconi rappresenta l'autobiografia del Belpaese, come per un Ventennio la rappresentò Mussolini, non rischiamo di scoprire che le buffonate e le corna, il conflitto di interessi, il tradimento dei terremotati d'Abruzzo e quello di Veronica, l'abbandono delle fasce più deboli alle legnate di una crisi non governata, non riescono a scalfire l'egemonia populista e sempre più autoritaria che l'Unto dal Signore è riuscito a costruire in tanta parte della società italiana? E' questo l'interrogativo a cui le urne daranno una prima, sia pur parziale risposta. La crescita minacciosa dei consensi a Berlusconi, dicono alcuni sondaggi, si sarebbe arrestata. Ma chi ci assicura che i sondaggisti siano in grado di cogliere gli umori di un paese inacidito? Se così fosse, sarebbero gli unici a riuscire dove la politica - la sinistra - ha dato forfait. La cosa più grave è che non si vede nella società, nel lavoro come nel territorio, un'opposizione forte capace di proporre un modello culturale e sociale diverso, fatto di relazioni tra le persone basate sulla solidarietà, la dignità, il rispetto delle regole.
La sinistra vera e propria è fuori dal Parlamento e arranca divisa in una realtà che non conosce più, alla ricerca della sua base che, rimasta sola, tentenna di fronte al potente – il padrone in fabbrica, l'Uomo della Provvidenza in politica – e oscilla tra rifiuto, astensione ed emulazione. Se Berlusconi, il clown che in qualsiasi paese sarebbe costretto alle dimissioni, dovesse cadere dagli altari nella polvere, sarebbe per autoaffondamento. Se invece supererà lo scoglio, per le divisioni a sinistra e nell'opposizione democratica, continuerà nella sua opera di demolizione della Costituzione formale e di quella materiale.
Ci si dovrebbe interrogare sul futuro del lavoro, sul percorso da costruire per uscire vivi dalla crisi economica e morale del paese. Invece, al massimo ci si chiede se gli italiani e le italiane si schierino in maggioranza con Veronica che denuncia la passività dei servi, oppure con Noemi, le veline e il Grande fratello. La strada della ricostruzione sarà lunga e tortuosa, a prescindere dal risultato delle urne.

Pubblicato il

05.06.2009 14:00
Loris Campetti