Sindacato

La logi(sti)ca dello sfruttamento

Azione di protesta alla Ceva di Soletta: decine di lavoratrici denunciano paghe da fame e precariato nel magazzino controllato da un miliardario

Lo scorso 14 settembre, le dipendenti della Ceva Logistics di
Neuendorf (Canton Soletta) hanno protestato per chiedere migliori condizioni e un aumento degli stipendi. In questo centro logistico lavorano 500 persone – il 96% donne – che gestiscono i resi per i leader del commercio online come Zalando. Un lavoro mal pagato, precario e sempre più esigente. Condizioni vergognose se si considera che l’azienda è di proprietà del colosso logistico francese Cma Cgm che, negli ultimi anni, ha realizzato utili miliardari.

«Prima i prodotti che dovevamo trattare in un’ora erano 38, poi sono diventati 39, poi 40 e adesso 41. Dobbiamo essere sempre più veloci e performanti, ma senza mai ricevere nulla in cambio. Anzi: i nostri salari sono inferiori alla media, non abbiamo nessuna tredicesima e buona parte di noi è assunta tramite agenzie interinali». Maria* è una delle cinquecento dipendenti della Ceva Logistics del Canton Soletta. Maria è uno dei tanti volti nascosti che si cela dietro l’aurea patinata e luccicante del commercio online. Maria ci racconta il suo vissuto quotidiano all’interno del magazzino e le difficoltà di vivere in Svizzera a queste condizioni: «Siamo centinaia di donne, quasi tutte di origine straniera, che svolgono un lavoro meticoloso e certosino, dalla mattina alla sera. Con il mio stipendio riesco a malapena a pagare l’affitto e i premi dell’assicurazione sanitaria per la mia famiglia. Il mio salario si aggira intorno ai 3.000 franchi, e in Svizzera non si può certo campare dignitosamente».

Davvero gratis?


Un mondo fatto di difficoltà e di sacrifici. A vantaggio dei grandi padroni della logistica, un settore ormai sempre più importante nella catena di valore del commercio internazionale.


Sempre più efficace, sempre più veloce, sempre più predatorio. Il profitto non si fa più solo sulla produzione di merce, ma sulla produzione di flussi sulla merce prodotta da altri. Se avete già ordinato un prodotto su una piattaforma online come Zalando lo sapete bene: gli articoli possono essere ritornati gratuitamente entro 30 giorni dalla consegna. Ma cosa si nasconde dietro questa apparente gratuità, se non una logica dello sfruttamento?
Vi è una grande possibilità che i vostri resi atterrino proprio a Neuendorf, nell’altipiano solettese. Il magazzino è stato aperto nel 2018 e dal 2022 fa parte di Ceva Logistics. La società, basata nel Canton Zugo, è stata acquisita nel 2020 da Cma Cgm, gruppo basato a Marsiglia, leader mondiale del trasporto marittimo e su container. Ceva Logistics controlla oggi più di 1.000 siti in 170 paesi.


Nel Canton Soletta, si gestiscono i resi delle piattaforme di e-commerce attive sul mercato svizzero. I vestiti, le giacche, le scarpe vengono passate al setaccio da decine di mani femminili che devono trattare 41 articoli all’ora, minimo 338 al giorno. Donne che toccano, annusano, osservano, leggono etichette, comparano la merce per poi smistarla negli appositi canali di destinazione. Un lavoro minuzioso e logorante, come ci ricorda Maria: «Abbiamo poco più di un minuto per gestire un prodotto e, da quando sono qui, gli obiettivi non hanno fatto che aumentare. E se non vengono raggiunti, scattano le ammonizioni e le minacce di licenziamento. I salari, quelli no, non aumentano mai: rimangono bassi, scandalosamente bassi».

Situazione insostenibile


Nelle scorse settimane la goccia è traboccata dal vaso. La direziona ha aumentato unilateralmente gli obiettivi del 5,6 per cento senza nessun adeguamento salariale. Lo scorso 14 settembre è così andata in scena un’azione di protesta, coadiuvata da Unia.  


Tutte le lavoratrici del turno mattutino hanno protestato davanti ai cancelli dell’azienda per chiedere un aumento dei salari.  Va detto che già il 6 giugno 2023, Unia ha richiesto trattative salariali in una lettera all’azienda. Poi, durante lo Sciopero delle donne del 14 giugno, più di 160 dipendenti avevano chiesto di negoziare nuove condizioni, chiedendo ad Unia di rappresentarle. Il 20 giugno, la direzione europea di Ceva ha rifiutato di negoziare. L’argomento addotto è stato il processo di ristrutturazione interna. Il 26 giugno, Unia ha così chiesto nuovamente di fissare una data per le trattative fino alla fine di agosto. In questo modo l’azienda avrebbe avuto il tempo di effettuare i necessari aggiustamenti interni. Dall’azienda nessuna risposta: «Purtroppo le trattative sono sempre state rinviate» ci spiega Roman Künzler, responsabile Logistica e Trasporti di Unia. Il quale ricorda come, di fronte al massiccio aumento del costo della vita, le lavoratrici non hanno più potuto aspettare: «Hanno urgentemente bisogno di compensazioni per l’inflazione e di aumenti salariali significativi». Per l’azienda sarebbe sicuramente fattibile pagare salari decenti. Secondo le sue stesse parole, Ceva Logistics è oggi il terzo fornitore di logistica contrattuale al mondo. La società è di proprietà del colosso francese Cma Cgm, controllato dal miliardario franco-libanese Rodolphe Saadé (vedi sotto). Alla luce di queste cifre, per Unia è inaccettabile che le dipendenti aspettino ancora un aumento di stipendio quando guadagnano 3.468 franchi al mese: «Ci aspettiamo che la direzione europea proponga una data per le trattative salariali, ma per ora sembra respingere al mittente ogni nostra richiesta» ci dice ancora Roman Künzler.


Alla Ceva il personale guadagna in media un terzo in meno rispetto al resto di un settore già noto per i salari molto bassi. Di norma, nel settore gli orari di lavoro sono generalmente più brevi rispetto a quelli imposti alla Ceva, azienda che non prevede nemmeno una tredicesima e un’assicurazione d’indennità giornaliera in caso di malattia. Inoltre, quasi la metà delle lavoratrici è assunta in maniera temporanea tramite agenzie interinali come Adecco o Kelly Services. I loro contratti prevedono solo 16 ore di lavoro settimanali garantite. Il resto dipende dalla situazione degli ordini, ciò che comporta redditi estremamente bassi e irregolari. Questa è la logica dello sfruttamento, questa è la logistica moderna.

 

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Senza il suo contributo, la recente passeggiata di papa Francesco tra la folla di Marsiglia non si sarebbe potuta tenere. Il miliardario franco-libanese Rodolphe Saadé  ha finanziato la sicurezza e la trasmissione su schermi giganti lungo il percorso della papamobile. La fortuna del presidente e amministratore delegato del gruppo logistico Cma Cgm non è più un segreto. L’uomo, che ha ereditato un impero attivo soprattutto nel traffico marittimo dal padre, ha visto aumentare di sei volte la sua fortuna tra il 2021 e il 2023: da 6 miliardi di euro il suo patrimonio è infatti passato a 39 miliardi. L’uomo è anche il partner principale della squadra di calcio dell’Olympique Marseille, del giornale La Provence e di altre pubblicazioni. Nel 2019 Cma Cgm ha completato l’acquisizione della svizzera Ceva Logistics. Cma Cgm è oggi il terzo armatore del mondo e, dopo l’acquisizione di Bolloré Logistics, è una delle cinque più importanti società logistiche del pianeta. Nel 2022 la società ha aumentato il proprio fatturato, passato da 56 a 75 miliardi di dollari; profitto netto: 24,9 miliardi.

Pubblicato il

28.09.2023 11:09
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