La locomotiva tedesca è ferma

Il sindacato dei macchinisti Gdl deve aver colpito molto duro con i recenti scioperi nel trasporto passeggeri e merci, se la Deutsche Bahn ha precipitosamente deciso di abbandonare la linea della fermezza che si era imposta negli ultimi otto mesi.Gli esperti parlano di perdite quantificabili attorno ai 50 milioni di euro al giorno per le ferrovie, una cifra destinata ad aumentare, qualora, dalle attuali agitazioni a blocchi di 48-72 ore, i macchinisti decidessero di passare al blocco totale e permanente di tutto il traffico su rotaia, dando vita al primo sciopero ad oltranza che la recente storia tedesca ricordi.

Pressioni per tornare al tavolo delle trattative, e concedere qualcosa in più del 4 per cento di aumento salariale proposto lo scorso mese di marzo ai macchinisti, Deutsche Bahn in queste ore le ha ricevute un po' da ogni parte. Particolarmente preoccupati per lo sciopero in corso sono gli imprenditori del settore metalmeccanico che, in diversi casi, hanno dovuto rallentare la produzione per mancanza di materie prime e componenti la cui consegna è legata in gran parte al trasporto su rotaia. Ma anche il governo federale, tuttora principale azionista di Deutsche Bahn, ha solo da perderci in un conflitto che rischia di trovare emulatori anche in altri settori vitali per l'economia del paese e che contraddice platealmente l'assioma in base al quale la Große Koalition sarebbe garanzia di pace sociale.
Con queste pressioni alle spalle ma anche per calcolo aziendale, visto che la progettata privatizzazione delle ferrovie passa necessariamente attraverso la soluzione dei contenziosi in corso, "Signor No" Hartmut Mehdorn, il numero uno di Deutsche Bahn, ha deciso di tornare a parlare con Manfred Schell, leader del piccolo ma agguerrito sindacato di categoria dei macchinisti. Sui contenuti del loro incontro vige, mentre scriviamo, ancora il riserbo più assoluto, ma appare evidente che le ferrovie devono aver offerto alla Gdl condizioni migliori rispetto al passato se Manfred Schell ha accettato di sedersi attorno ad un tavolo con il suo grande rivale e ha sospeso l'avvio della nuova ondata di scioperi prevista per l'inizio settimana. C'è chi ipotizza che Deutsche Bahn abbia proposto un aumento salariale attorno al 10 per cento, decisamente meno del 30 per cento chiesto dai macchinisti ma comunque un passo in avanti che potrebbe riaprire ufficialmente le trattative tra le parti iniziate e riprese più volte anche alla presenza di mediatori.
Vero punto cruciale della vertenza rimane, però, il contratto autonomo di categoria che i macchinisti pongono in cima alle loro richieste. Su quest'ultimo aspetto, però, oltre che con l'azienda, la Gdl deve fare i conti anche con il veto palese di Transnet, il grande sindacato del trasporto ferroviario aderente alla confederazione Dgb, che rappresenta tutte le categorie del personale viaggiante e degli addetti alle biglietterie. Norbert Hansen, leader di Transnet, ha fatto, infatti, sapere ad Hartmut Mehdorn che il giorno dopo la concessione di un contratto autonomo ai macchinisti, le ferrovie dovranno fare i conti con lo sciopero di tutte le altre figure professionali che operano nell'azienda. Secondo Hansen, ma sono in molti a pensarla come lui nel mondo sindacale e in quello politico, distinguere tra i diversi mestieri di un unico comparto significherebbe l'inizio della fine dell'unità sindacale e una maggiore vulnerabilità nelle vertenze coi datori di lavoro.Se la paura di precipitare in uno sciopero ad oltranza dalle conseguenze imprevedibili sarà più forte dell'orgoglio e della linea del risparmio di Hartmut Mehdorn da una parte e delle minacce di Transnet dall'altra saranno le prossime ore a dirlo.

Pubblicato il

23.11.2007 03:30
Enrico Navarra