Società

La libreria dei lavoratori

Lisetta Rodoni è venuta a mancare negli scorsi giorni. Insieme al marito Sandro Rodoni, è stata un punto di riferimento fondamentale per la comunità italiana di Zurigo per oltre mezzo secolo

“Ho avuto un piccolo mondo, ma era importante”.

È questa la frase che i figli di Lisetta Rodoni (1933-2023), storica proprietaria della Libreria italiana di Zurigo, hanno scelto per annunciare a tutti la scomparsa della madre, avvenuta lo scorso 27 marzo.

E la Libreria italiana, fondata nel 1961, è stata davvero importante anche per la comunità italiana di Zurigo e non solo.

 

Lisetta Rodoni amava definirla anche come “un riparo contro la pioggia”, laddove la pioggia stava a simboleggiare la discriminazione e la xenofobia subita da italiani e italiane durante gli anni Sessanta e Settanta.

 

Nei primi anni di vita della Libreria non furono pochi gli italiani, spesso militanti del Partito comunista italiano (Pci), che furono espulsi dal Paese per attività sovversiva. La polizia politica era ossessionata dal pericolo rosso e anche la popolazione locale sembrava assecondare, attraverso la delazione, queste paranoie maccartiste.

 

L’unica colpa di questi lavoratori italiani era quella di essere comunisti, un’appartenenza proibita nella Svizzera che si definiva neutrale, ma che in realtà era allineata con tutti i paesi capitalisti d’Occidente.

Queste espulsioni crearono un clima di paura, ma non impedirono al Pci di espandere la propria sfera d’influenza tra i lavoratori italiani. La voglia di democrazia era più forte della repressione.

 

L’attività politica

Fu probabilmente anche a causa del pericolo d’espulsione, allora, che il Pci, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, decise di affidarsi a Sandro Rodoni, ticinese originario di Biasca e militante del Partito del lavoro, per cercare di rafforzarsi in Svizzera.

 

Sandro Rodoni non correva infatti il rischio di essere espulso e così divenne una delle figure centrali del Partito comunista italiano in Svizzera e riuscì a coinvolgere numerosi lavoratori italiani nell’attività politica. Accanto a lui, Lisetta Rodoni, nata Cavedon, un' ex operaia veneta con coscienza e passione politico-sindacale da vendere.

 

Nel 1961, Sandro e Lisetta Rodoni aprirono, alla Militärstrasse di Zurigo, la Libreria italiana, che negli anni divenne uno dei luoghi di ritrovo della comunità italiana più politicizzata e uno dei contesti più osservati dalla polizia politica zurighese.

Non mancarono nemmeno soffiate da parte di persone comuni che vivevano a ridosso dell’esercizio. Lisetta Rodoni non amava parlare di questa storia, che considerava un capitolo doloroso della sua vita, un tradimento del paese che l’ha ospitata a partire dal 1956.

 

All’inizio degli anni Novanta, allo scoppio dello scandalo delle schedature, ricevette 14 chili di schede a testimonianza dell’attività spionistica nei confronti della coppia.

La Libreria non fu luogo di sovversione, ma punto d’incontro importante per i lavoratori italiani, anche per quelli che volevano formarsi ulteriormente o imparare qualche parola in più di tedesco.

In Libreria potevano infatti acquistare manuali appositi in italiano da utilizzare durante i corsi.

La formazione non era l’unica attrattiva: i giovani operai, soprattutto i più politicizzati, cercavano anche saggistica e narrativa in lingua italiana, allora molto difficile da reperire.

 

Gli ultimi anni


Negli ultimi anni la Libreria italiana è riuscita a resistere grazie alla passione e alla tenacia di Lisetta che ha tenuto aperto l’esercizio fino a pochi anni fa.

I clienti non erano più i lavoratori di fabbrica, ma giovani studenti di italiano o ricercatori degli atenei zurighesi. Non mancavano neppure svizzeri-tedeschi che si rifornivano da lei perché appassionati della lingua di Dante.

 

Lisetta Rodoni è stata un punto di riferimento anche per quella nuova migrazione italiana a Zurigo che, nell’epoca di Amazon e del digitale, preferiva rifornirsi in una libreria molto particolare, piena di storie e di Storia. Entrare nella Libreria era infatti come fare un salto nel tempo e Lisetta era sempre pronta ad accompagnare la tua visita con aneddoti e racconti legati alla Libreria stessa.

 

Lei e la sua Libreria ci mancheranno molto, ma il ricordo rimarrà sempre vivo.

Pubblicato il

14.04.2023 18:53
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