«Tra Russia e Ucraina facevamo tra i 20 e i 25 milioni di margine all'anno solo nell’acciaio. E questo è un business che facciamo in conto di non avere più. È possibile recuperare su altre fonti, ma non sarà facile». Così spiegava all’emissione Falò l’impatto della guerra in Ucraina l’imprenditore Bruno Bolfo, fondatore del gruppo Duferco. La realtà dei fatti, per l’imprenditore ligure basato a Lugano, non si è però rivelata così complicata. Nel 2022, la sua Duferco Partecipations Holding (Dph) – la holding lussemburghese che controlla le sue partecipazioni nei settori dell’acciaio, del gas, dell’elettricità e del commercio marittimo – ha fatto registrare un utile netto record: 385 milioni di dollari, più 47% rispetto al già ottimo 2021. Un risultato eccezionale che gli stessi manager attivi in Ticino attribuiscono ai prezzi record dell’energia e dell’acciaio. Quello che si ipotizzava un problema, insomma, si è rivelato determinante. Prendiamo i risultati della Dxt Commodities, detenuta da Bolfo tramite una catena di società lussemburghesi e considerata dal giornale economica Handelszeitung la più importante azienda ticinese. La società, attiva nel commercio di elettricità, gas e gas naturale liquefatto (Gnl), ha segnato un utile netto di 82,7 milioni di euro. Un risultato straordinario, aumentato del 90% rispetto ai 43,5 milioni del 2021. La società ha fatto registrare «un eccellente risultato in un anno caratterizzato da molteplici situazioni di mercato estreme» si legge nel rapporto annuale pubblicato di recente in Lussemburgo, dove ha sede la casa madre Dxt International. >> Leggi anche: Siamo alla manna del gas (per pochi) La guerra lanciata dalla Russia in Ucraina nel febbraio 2022 ha sicuramente avuto un impatto decisivo, creando una volatilità senza precedenti sui mercati dell’energia e contribuendo al significativo aumento dei prezzi dell’elettricità e del gas. Un contesto «altamente incerto e turbolento» – come definito dal Ceo Maurizio Cencioni – che però sembra avere favorito la Dxt Commodities. La volatilità dei prezzi, e il boom del Gnl americano a seguito del blocco del gas russo, ha permesso alla società di realizzare importanti margini operativi. Margini che poi, di conseguenza, sono andati a rimpinguare il salvadanaio lussemburghese di Bolfo. A contribuire all’anno dorato dell’imprenditore ligure vi è anche l’esplosione del suo business nel trasporto marittimo. La Nova Marine, attiva da Lugano e controllata a metà con la famiglia di armatori napoletani dei Romeo, ha realizzato anch’essa risultati record: 82,3 milioni di dollari, il doppio rispetto al 2021. A influire, anche in questo caso, la guerra: con la chiusura dei porti ucraini e la diminuzione dello spazio sulle navi in un contesto di domanda sostenuta gli affari hanno preso il volo, come si spiega nel rapporto annuale anche in questo caso pubblicato in Lussemburgo. >> Leggi anche: La galassia offshore dei trader ticinesi. Il caso Duferco Buoni, buonissimi anzi, gli affari anche in quello che è il settore originario di Bolfo: l’acciaio. La divisione produzione e distribuzione siderurgica della Dph ha fatto registrare un risultato record di 135 milioni di utile netto, più 73% rispetto ad un già buono 2021. «Il periodo tra ottobre 2021 e settembre 2022 sono stati i dodici mesi più volatili del prezzo dell’acciaio della storia». Una situazione che ha generato uno dei migliori risultati di sempre delle proprie produzioni europee, con la Duferco Travi e Profilati che in Italia ha incassato 100 milioni di utile netto. Più del doppio rispetto ai 41 del 2021. Infine, altri 30 milioni di dollari sono finiti nelle casse di Bolfo tramite la sua quota nella Duferco International Trading Holding DITH, la società di trading controllata oggi dai cinesi di Hebsteel e nella quale il manager ligure detiene una quota minoritaria. Sommati, questi risultati portano ai 385 milioni totali guadagnati dal manager nel 2022, l’anno della guerra in Ucraina (e non solo). Un anno tragico, ma non per tutti. Non per Bruno Bolfo che, proprio nel 2022, è entrato nella classifica dei 300 uomini più ricchi della Svizzera. |