La fregatura della tassa di bollo

Il Parlamento ha varato di recente un nuovo regalo fiscale alle multinazionali. Sinistra e sindacati lanciano il referendum

“È passato quasi inosservato: sapete che dieci giorni fa è stato deciso un nuovo taglio delle tasse per i più ricchi? Ueli Maurer e la destra in Parlamento vogliono abolire l'imposta di bollo e creare così nuovi privilegi per il settore finanziario. Per i lavoratori: neanche un centesimo!”. In questo recente comunicato, l’Unione sindacale svizzera (Uss) lancia il referendum contro un nuovo regalo fiscale per le multinazionali promosso in sordina in questi giorni dal parlamento federale.

 

Il progetto è un vecchio sogno del blocco borghese: abolire l’imposta di bollo, ossia tutta una serie di tributi riscossi dalla Confederazione su determinate operazioni quali ad esempio l’emissione e il commercio di titoli. La tecnica oggi è quella della fetta di salame. Qualche giorno fa, durante la sessione estiva, il Parlamento ha approvato la prima tranche di questo progetto. Un primo pacchetto prevede la soppressione della tassa d’emissione sul capitale proprio, riscossa sui diritti di partecipazione svizzeri. Secondo i calcoli della Confederazione, questa decisione comporterà un buco nell’ordine di 250 milioni di franchi nelle entrate annuali delle casse federali. Un primo passo che potrebbe essere poi scatenarne altri e portare all’abolizione totale dell’imposta di bollo. Ciò che potrebbe costare nuove perdite per le casse statali, stimate a 2,2 miliardi annui.

 

Quello deciso in sordina dal parlamento è un nuovo grande regalo alle grosse imprese e che rilancia la disastrosa concorrenza fiscale. In effetti, la tassa di bollo è pagata principalmente dalle grandi imprese e dalle società finanziarie - e non dalle piccole e medie imprese o dai cittadini - che già beneficiano di un regime di tassazione molto favorevole. Dopo questa decisione che si vuole “a favore dell’economia” si è subito costituito un comitato referendario composto dai partiti di sinistra e dai sindacati e che si oppongono a questa decisione parlamentare.

 

"Il progetto segue ancora una volta il principio: fare regali alle grandi imprese e lasciare che la popolazione paghi il conto", ha denunciato Cédric Wermuth, co-presidente del PS. Secondo il consigliere nazionale argoviese l’abolizione delle tasse di bollo è “solo la punta dell’iceberg e i partiti borghesi stanno architettando ulteriori riduzioni miliardarie delle imposte, tramite una serie di progetti in cantiere”.

 

“Non siamo ancora usciti dalla crisi economica (e nemmeno sanitaria) causata dalla pandemia di coronavirus che già si vorrebbero “regalare” miliardi al settore finanziario e alle grandi imprese a scapito di politiche sociali che gioverebbero all'insieme della popolazione” ha invece affermato la Consigliera agli Stati ticinese Marina Carobbio. Per la deputata socialista “la popolazione ha bisogno di politiche sociali di rilancio dell’economia e di alleggerimento dei costi “fissi” della vita, come ad esempio i premi cassa malati”. È quindi “irragionevole e provocatorio, a fronte di tutte le persone che faticano ad arrivare alla fine del mese, sgravare ulteriormente la finanza e le grandi imprese”.

 

La mancanza di entrate fiscali metterebbe a dura prova anche la politica climatica elvetica, ha fatto notare da parte sua Franziska Ryser, consigliera nazionale sangallese e vicepresidente dei Verdi. "Se la Svizzera vuole trovare soluzione serie alla crisi climatica l'abolizione della tassa di bollo sarebbe un errore fatale", si legge nel testo del suo intervento. Per gli ecologisti è infatti fondamentale che Berna disponga di fondi a sufficienza da investire in questa battaglia a loro tanta cara.

 

La crisi del Covid-19 ha costretto lo Stato a intervenire fortemente per sostenere le imprese. Privarlo oggi delle sue risorse in un momento così cruciale è semplicemente deleterio. Anche perché a pagare questo regalo ai pochi privilegiati sostenuti dalla destra saranno tutti gli altri. Comprese le salariate e i salariati. Durante questa crisi senza precedenti, molte persone hanno perso il loro lavoro o parte del loro stipendio. E ora, una delle prime cose che il Parlamento sta facendo è dare sgravi fiscali ai più alti redditi e alle aziende che fanno profitti mentre lavoratrici e lavoratori non ricevono nulla. Ecco perché occorre fermare questa redistribuzione dal basso verso l’alto.

Pubblicato il

29.06.2021 15:39
Federico Franchini