La forbice si allarga

La società svizzera viaggia sempre più a tre velocità. In cima i pochissimi che accumulano sempre più ricchezze. In fondo una grande quantità di persone e famiglie il cui reddito è sempre meno in grado di soddisfare i propri bisogni. In mezzo una fetta sempre più sottile di popolazione che non ha grosse preoccupazioni per il domani ma che per il dopodomani non è più così sicura.
Ulteriore conferma è giunta con uno studio dell'Unione sindacale svizzera (Uss) sull'evoluzione dei redditi e sulla ripartizione della ricchezza nel nostro Paese. Uno studio che per la prima volta in Svizzera considera nel loro complesso tutti i salari e i redditi, compresi quelli della cima della piramide sociale (e anche questo è significativo: i rilevamenti ufficiali dei salari non tenevano conto finora della totalità dei redditi più alti).
I risultati sono inequivocabili. Dal 1997 al 2008 il numero di coloro che guadagnano oltre un milione di franchi all'anno è passato da 510 a 2'824. Nello stesso periodo le 40 mila persone meglio pagate in Svizzera hanno visto il loro salario reale aumentare del 20 per cento, mentre i salari bassi e medi sono cresciuti fra il 2 e il 4 per cento. Addirittura in termini reali il 25 per cento più povero della popolazione in dieci anni s'è visto ultriormente ridurre il suo reddito da lavoro.
Considerando che dal 1997 al 2008 il Prodotto interno lordo è aumentato del 9,1 per cento il dato è chiarissimo: c'è stato un travaso della ricchezza prodotta in Svizzera dalle fasce di reddito basse e medie alle fasce di reddito alte. I ricchi hanno deciso di tenersi una fetta ancora maggiore di ricchezza, lasciando le briciole a tutti gli altri. Conseguenza: se nel 1997 ci voleva il 4 per cento della popolazione più ricca per detenere il 50 per cento del patrimonio totale, dieci anni più tardi basta il 2 per cento.
Il problema è sempre più acuto. Non è solo una questione economica: ne va anche della coesione sociale del nostro Paese. Per la quale il reddito è ormai un tema bruciante. Il ruolo dei Contratti collettivi di lavoro è importante, se è vero che nei settori che ne sono coperti la forbice salariale in questi anni non s'è aperta più di tanto. Per tutti gli altri settori l'iniziativa sui salari minimi, per la quale i sindacati dell'Uss stanno raccogliendo le firme in questi mesi, è invece vitale. Come lo è per la giustizia sociale.

Pubblicato il

06.05.2011 00:30
Gianfranco Helbling