"La destra cerca la rivincita"

Il 1° giugno si avvicina. Quel giorno c'è un importantissimo appuntamento con le urne. Si vota infatti sull'iniziativa popolare della Lega che vuole nuovi, pesanti sgravi fiscali. Se l'iniziativa sarà accettata vi sarà una riduzione lineare del 5 per cento delle aliquote dell'imposta cantonale delle persone fisiche e una riduzione dal 9 al 7,5 per cento dell'aliquota dell'utile per le persone giuridiche. A guadagnarci saranno di nuovo i ricchi. A tutti gli altri rimarranno ulteriori tagli alle prestazioni fornite dallo Stato. Perché se l'iniziativa sarà accolta vi saranno minori entrate fiscali di 191 milioni di franchi all'anno: 126 milioni in meno per il Cantone e 65 milioni in meno per i Comuni. Ne parliamo con Raoul Ghisletta, capogruppo socialista in Gran Consiglio e membro della Commissione della gestione.

Il referendum dell'Udc contro il preventivo 2005 per poco non fu accettato dal popolo. Ora la stessa coalizione di destra trasversale ai partiti ci riprova. Dato quel precedente, Raoul Ghisletta è tranquillo in vista del voto del 1° giugno?
Sono estremamente preoccupato dalla disinformazione in atto sull'iniziativa fiscale della Lega. La sinistra, i sindacati e le associazioni sociali e scolastiche devono rendersi conto che l'iniziativa fiscale della Lega è non solamente il tentativo di rivincita della destra masoniana,ma anche il regalo avvelenato per procedere a nuovi tagli nel servizio pubblico offerto dal Cantone, dai Comuni, dalla scuola e dagli enti sociosanitari. Dobbiamo mobilitarci massicciamente in queste settimane per vincere questa decisiva battaglia, che ruba ai poveri per dare ai ricchi.
È almeno dal 2003 che il dibattito politico ticinese è dominato da temi di politica finanziaria. Più volte i cittadini hanno anche dovuto esprimersi in merito alle urne. Non teme che più che da destra, il vero pericolo in questa votazione venga dalla stanchezza degli elettori? Oltre tutto questa volta non sono direttamente sul piatto dei tagli alle prestazioni, che hanno un effetto mobilizzante.
È colpa anche dei commentatori politici e dei giornalisti dei media televisivi, che raramente sanno dire chiaramente che queste iniziative sono socialmente inaccettabili. Se si tagliano le imposte ai ricchi e alle persone giuridiche, sul cittadino e sulla famiglia del ceto medio cadono addosso inevitabilmente i costi conseguenti al taglio del servizio pubblico. La campagna del Corriere del Ticino sulle finanze cantonali, dettata da Pontiggia (ex collaboratore di Masoni), è un esempio: prima denunciava il cattivo stato delle finanze cantonali per convincere a tagliare i servizi pubblici, poi, per far passare l'iniziativa fiscale della Lega, ha cominciato a delineare una situazione finanziaria rosea, omettendo di dire che il debito pubblico cantonale è di 1400 milioni a fine 2007.
Negli ultimi anni sono emerse clamorose disfunzioni nell'apparato statale che hanno causato allo Stato o minori entrate (situazione alla Divisione delle contribuzioni) oppure maggiori uscite (scandalo dei mandati, asfaltopoli). Davvero si può dire che ora lo Stato non spreca più nulla e che quindi tutti gli sgravi voluti dall'iniziativa leghista andrebbero ad incidere direttamente nell'erogazione di beni e servizi ai cittadini?
La riforma dello Stato e degli enti parapubblici deve aumentare l'efficacia dei servizi pubblici e può anche portare a risparmi per qualche milione, ma non certo di 120 milioni come prospetta la Lega. Lo scandalo dei mandati diretti e lo scandalo di asfaltopoli hanno permesso d'iniziare a sviluppare una diversa ripartizione dei mandati (più equa e trasparente) e di ottenere un prezzo più normale per i lavori di pavimentazione: ma gli investimenti in questo ambito non sono diminuiti, perché le necessità sono crescenti e si fa fatica a stare al passo con i bisogni. Questo vale in tanti ambiti, dalla sicurezza all'ambiente o alla sanità (basti qui pensare all'invecchiamento della popolazione).
Il fronte che si oppone all'iniziativa leghista appare fragile quando in discussione sono altri temi di politica finanziaria: in questo momento il governo può contare solo sull'appoggio di radicali e socialisti se intende attuare la sua manovra due terzi / un terzo, che prevede di risanare i conti del cantone anche per mezzo di nuove entrate. La scarsa compattezza delle forze più ragionevoli non è un'ulteriore insidia, considerato quanto il centro sostenne il già citato referendum Udc del 2005?
Il Governo è massicciamente contrario all'iniziativa e lo è in modo compatto, compreso il presidente del Consiglio di Stato, Marco Borradori, eletto sulla lista della Lega. Unanimi sono stati i gruppi parlamentari Plrt, Ppd e Ps nel respingere l'iniziativa in commissione tributaria e il rapporto della stessa lo riflette bene. Al di là dei distinguo del Ppd dobbiamo continuare a lavorare assieme per battere questa insidiosa iniziativa fiscale, che metterebbe in difficoltà tutti i partiti di governo, perché far quadrare i conti cantonali diventerebbe difficilissimo.
I conti chiudono a consuntivo sempre meglio che a preventivo, e nel 2007 poco è mancato che si chiudesse in pareggio. Perché allora insistere tanto con il rigore finanziario?
I conti 2007 del Canton Ticino accumulano come in tutta la Svizzera dei gettiti fiscali straordinari degli anni precedenti: tutti i Cantoni registrano risultati estremamente positivi. Il Canton Ticino ha tuttavia le peggiori finanze della Svizzera e il suo debito pubblico è cresciuto da 600 milioni di franchi a 1'400 milioni di franchi nell'era masoniana (1995-2007).
La Lega continua a sostenere che c'è un margine di manovra grazie al debito pubblico, che non sarebbe così drammatico. Ma in fondo non è quel che diceva la sinistra quando combatteva i tagli targati Masoni?
In realtà il debito pubblico nei momenti di alta congiuntura dovrebbe diminuire massicciamente: questo crea il margine di manovra allo Stato per poterlo riaumentare se necessario nei periodi di crisi economica in modo da intervenire nei confronti dei più deboli e da stimolare l'economia. In Ticino, malgrado l'alta congiuntura degli scorsi anni, il debito pubblico è aumentato ancora: questo perché si sono tagliate troppo le imposte ai ricchi e alle persone giuridiche.   

Pubblicato il

09.05.2008 03:30
Gianfranco Helbling
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