Il tennista svizzero Roger Federer guadagna circa 10 milioni di franchi all'anno, risiede a Oberwil e paga circa tre milioni di imposte. Il cantante francese Johnny Hallyday guadagna altrettanto, risiede a Gstaad e paga 300 mila franchi di imposte. «Non può essere che Federer paghi molte più imposte di Hallyday»: ora anche la ministra dell'economia Doris Leuthard ha riconosciuto che alla concorrenza fiscale va posto un limite. Altrimenti l'equità di trattamento e quindi la lealtà dei cittadini nei confronti del fisco svaniscono. Ma proprio a questo ci sta portando una concezione sempre più concorrenziale del sistema fiscale svizzero. Una concezione dalla quale il Ppd, il partito che Leuthard ha presieduto fino a qualche mese fa, non s'è mai distanziato.
Ora però Leuthard ha iniziato l'anno elettorale con un altro dei suoi colpi mediatici ad effetto (poco apprezzato dai suoi colleghi di governo), spiazzando i socialisti, che dell'esagerata concorrenza fiscale volevano fare un cavallo di battaglia in vista delle elezioni d'ottobre. Socialisti che oltretutto si ritrovano in casa una Micheline Calmy-Rey che proprio sul caso Hallyday ha difeso la Svizzera dagli attacchi della Francia (cfr. anche l'articolo a pag. 10). In realtà la disputa fra Francia e Svizzera sul caso del bel Johnny riguarda un aspetto piuttosto marginale della fiscalità svizzera, quello della tassazione globale cui fanno ricorso circa 3 mila 600 facoltosi cittadini stranieri (residenti in particolare nei cantoni Vaud, Ginevra, Vallese, Grigioni e Ticino). Marginale perché nel 2004 per mezzo della tassazione globale sono finiti non più di 90 milioni nelle casse della Confederazione e non più di 200 milioni in quelle dei cantoni: lo 0,7 per cento delle entrate fiscali complessive.
Perché allora, a parte la scaltra Doris, tutto il governo appare compatto nel difendere i privilegi fiscali dei vari Michael Schumacher, Tina Turner e Athina Onassis, tanto da mandare in missione il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz in Lussemburgo in cerca di alleati? Certo, se un superricco vive (e soprattutto muore) in Svizzera qualcosa anche qui ci lascia. Ma in realtà quel che importa ai partiti borghesi è difendere il principio di una sfrenata concorrenza fiscale, quella che in Svizzera ci si fa da cantone a cantone per aggiudicarsi i vari Marcel Ospel. Ma soprattutto quella che serve, attraverso un'inarrestabile spirale di sgravi, a togliere sempre più risorse allo Stato, privandolo della capacità di svolgere il suo compito di regolatore delle disparità. Ecco perché il trasloco in Svizzera di Johnny Hallyday piace alla destra francese non meno che a quella svizzera. Ed ecco perché la lotta dei socialisti francesi contro questa forma di evasione fiscale legalizzata è nell'interesse non solo della Francia, ma anche degli svizzeri.

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12.01.07

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