La corazzata Udc

La notizia circola da settimane: qualcosa si muoverà in Consiglio federale. Probabili le dimissioni congiunte di Ruth Dreifuss e Kaspar Villiger. Per ora i nomi dei possibili successori sono attinti dalle fila dei partiti dei due dimissionari: Partito socialista (Ps) e Partito liberale radicale (Plr). Può darsi. Se si salverà lo statu quo. Ma se questa certezza elvetica fosse giunta al capolinea? Non è un mistero che i democratici di centro (Udc) cercheranno di dar di cozzo alla formula magica. Il sogno dell’«unico partito autenticamente borghese» sarebbe quello di togliere un seggio all’odiato Partito socialista per formare una coalizione di centro destra. Ma alla fin fine neppure questo obiettivo è davvero un dogma. Il presidente dell’Udc nazionale Ueli Maurer ha dichiarato in un’intervista che, se Villiger dovesse andarsene per primo, l’Udc si proverebbe a soffiargli il seggio. In fondo anche i radicali sono rei di essersi spesso allineati alle posizioni del mai abbastanza vituperato Ps. E sia. Alle urne la corazzata Udc avanza rastrellando consensi popolari. È tempo di riscuotere: che il Consiglio federale rispecchi le simpatie del popolo. Ma fino a quando proseguirà l’inesorabile ascesa Udc? Difficile fare pronostici. La scorsa settimana si è tenuta a Lugano l’assemblea nazionale dei delegati Udc. Nelle risoluzioni prese (cfr. articolo p. 7) traspariva la fede devota nei poteri mirabolanti del libero mercato. Sì alle liberalizzazioni e un giorno costeranno meno i premi delle casse malati, come pure l’elettricità. Ovvio che il breviario Udc è fatto di concetti un po’ sbrigativi ma di efficace presa sul popolo. Tuttavia qualcosa non convince. Dando un’occhiata alla gremitissima sala dell’assemblea sembrava di vederle le due anime del partito. Da una parte gli agrari e dall’altra i rappresentanti della destra rostrata, quella dei fieri propugnatori del meno Stato. Meno Stato? Eppure ai contadini tornano bene le sovvenzioni statali. Pure l’ostinato opporsi all’assicurazione maternità alla lunga lascerà l’amaro in bocca alle lavoratrici Udc. Quanto alla serpeggiante passione xenofoba e antisemita, questa dà una connotazione piuttosto impresentabile al partito. Se l’obiettivo è quello di rafforzare la propria presenza in Governo anche la legnosa Udc dovrà prender lezioni alla scuola dei compromessi.

Pubblicato il

30.08.2002 00:30
Sabina Zanini
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