Cresce il numero di quelli che osteggiano non solo l’attuale formula magica, ma anche la concordanza quale strumento di governo. Certo, il nostro stato federale è stato governato all’inizio da un monocolore liberale per oltre 40 anni, prima che l’allora partito cattolico-conservatore conquistasse un seggio nel 1891, e i liberali mantennero la maggioranza fino al 1954. I socialisti, nel 1959, sono entrati in governo con due consiglieri federali, non perché nel Nazionale erano a pari con i liberali, ma perché avevano abbandonato l’idea della rivoluzione e difendevano il modello svizzero. La concordanza, o il consociativismo come si dice in Ticino, è una forma di governo che si è rivelata utile per il nostro Paese. Il Consiglio federale ha l’impegno di cercare delle soluzioni che siano accettabili per una buona maggioranza, deve mediare tra i partiti di governo, tra centri e periferie, tra pianura e montagna e tra le regioni linguistiche. La concordanza è inoltre un presupposto per la nostra democrazia diretta. Un governo di destra o di sinistra rischierebbe di essere sconfessato continuamente nelle votazioni popolari in seguito ai referendum. Tutto ciò non significa che dopo il suo successo l’Udc abbia diritto automaticamente a due seggi e, se le vengono concessi, che sia Christoph Blocher ad entrare in Consiglio federale. La formula magica non è solo una questione aritmetica – nel 1955 i socialisti erano il partito più forte al Nazionale, ma non ottennero neanche un seggio. Un partito entra quindi in Consiglio federale solo se è disposto a collaborare. Invece l’Udc, nell’ultimo decennio, ha fatto una politica decisamente d’opposizione, e ha sì vinto la battaglia contro lo Spazio Economico Europeo, ma altrimenti, nelle votazioni popolari, ha perso tutte le altre. Se nonostante tutto si volesse concedere un secondo seggio all’Udc, deve ottenerlo il suo leader indiscusso? Christoph Blocher ha denigrato per anni il Consiglio federale, ha deriso e offeso gli altri partiti e da populista porta avanti una politica contraddittoria – perciò non vedo la necessità di premiarlo. Mi domando anche se l’Assemblea federale deve essere l’esecutore del diktat della presidenza dell’Udc. Ci sono parecchi politici, anche di sinistra, che considerano opportuno dare la poltrona tanto desiderata a Blocher, non tanto per fargli un piacere, ma per costringerlo ad assumersi la responsabilità del governo. Secondo la loro speranza un Consigliere federale Blocher non potrebbe più criticare continuamente governo e funzionari, non potrebbe più accontentare tutti i suoi elettori e l’Udc in quattro anni risulterebbe ridimensionata. Che cosa fare, allora? Sono dell’avviso che l’Assemblea federale non dovrebbe puntare su Blocher. Se vuole eleggere un altro Udc al suo posto, vedremo se il neoeletto e Samuel Schmid usciranno dal governo. Tutto è ancora aperto, la politica diventa più appassionante. |