La concertazione in fin di vita

Sembra davvero difficile che la concertazione fra liberali, democristiani e socialisti superi lo scoglio del dibattito parlamentare sull’iniziativa popolare dell’Mps che chiede un aumento della pressione fiscale sulle persone giuridiche (dal 9 al 13 per cento la tassazione degli utili, dall’1,5 al 3 per mille quella sul capitale). Nelle ultime settimane, dopo l’inattesa (ma davvero imprevedibile?) riuscita del referendum dell’Udc contro il moderato aumento delle imposte per le persone giuridiche deciso col Preventivo 2005 gli eventi sono infatti precipitati. Da un lato Plr e Ppd che temono fughe a destra del loro elettorato, dall’altro il Ps che sembra avviarsi ormai ad un aperto sostegno all’iniziativa dell’Mps. Ne parliamo con il presidente del Ps Manuele Bertoli. Manuele Bertoli, la scorsa settimana è diventato un caso la pubblicazione di un testo in cui lei suggeriva al presidente della commissione tributaria, il leghista Alessandro Torriani, come applicare una tattica dilatoria in commissione, nell’interesse sia del Ps che della Lega. Perché il Ps deve allearsi con la Lega? Il fatto è che Plr e Ppd hanno deciso di forzare le tappe per andare al voto simultaneo l’8 maggio con l’iniziativa dell’Mps e il referendum dell’Udc. L’iniziativa Mps è stata trattata in commissione tributaria il 28 gennaio, il 18 e il 22 febbraio: ebbene, il 21 febbraio, prima ancora di formalizzare le decisioni e di nominare i relatori, i commissari avevano già in mano il rapporto stilato da relatori mai designati e datato 17 febbraio. Di fronte a questa forzatura il Ps ha soltanto cercato di difendere i suoi diritti di minoranza. Io come commissario della tributaria ho dunque chiesto al presidente della commissione, il leghista Torriani, di darmi 30 giorni di tempo per fare il mio rapporto di minoranza, e lui ha acconsentito. Non c’è quindi stato alcun ostruzionismo né alcuna combine fra Ps e Lega. E io con i leghisti non ho nessun problema a parlare di procedura. Semmai sono proprio Plr e Ppd che fanno una tattica indegna allo scopo di andare al voto per direttissima, come dimostra l’inedito intervento del presidente del Gran Consiglio Oviedo Marzorini che mi ha decurtato il termine di 30 giorni concessomi da Torriani per allestire il mio rapporto. Questo è solo uno di tanti episodi. Perché il Ps ci tiene così tanto a disgiungere il voto sul referendum Udc da quello sull’iniziativa dell’Mps? Sono pronto anche ad un voto simultaneo, ma un voto diverso aiuterebbe a far chiarezza. Questo perché Plr e Ppd stanno giocando con i termini in maniera disonesta. Il decreto sulle entrate attaccato dall’Udc è una delle due gambe del Preventivo 2005, l’altra sono i risparmi: questa è la sostanza del patto concluso dal Ps con Plr e Ppd. L’iniziativa Mps invece propone una soluzione definitiva. Mettere assieme i due oggetti dà l’impressione che il patto includesse anche una presa di distanze dall’iniziativa dell’Mps, cosa che non è mai stata discussa. Il Ps sta impegnandosi molto per far diventare definitivo col controprogetto un aumento assai contenuto della pressione fiscale sulle persone giuridiche. Ne vale la pena? Stiamo lavorando per l’obiettivo che abbiamo scelto dopo il 16 maggio: trovare una soluzione concordata ai problemi finanziari del Cantone nell’ambito di una simmetria dei sacrifici. Se così si vuole continuare, il Ps è disponibile. Altrimenti siamo pronti ad interrompere l’esercizio e a ritornare alla situazione precedente al 16 maggio 2004. Con le forzature di questi giorni Plr e Ppd stanno scegliendo la via dello scontro. Noi ci adegueremo. La concertazione è già morta? Diciamo che è in cure intense. Ma c’è tempo fino al 21 marzo per salvarla. Lei ci crede? Non lo so. Se tutto cadesse le cose per me si semplificherebbero: mediare, convincere e discutere è sempre molto faticoso, tanto più che anche nell’elettorato del Ps molti faticano a digerire idee di compromesso. Ma è uno dei ruoli che un partito di governo deve assumersi. Capisco che una parte del partito faccia fatica a seguire, ma le chiedo anche coerenza. Quando c’era lo scontro post 17 ottobre 2003 rimproveravamo agli altri di averci esclusi da ogni discussione. Oggi dobbiamo dimostrare che con noi il dialogo è possibile senza che ci tiriamo indietro alla prima difficoltà. In Comitato cantonale giovedì scorso Sergio Savoia ha criticato l’attesa del Ps nel prendere posizione sull’iniziativa dell’Mps: si sarebbe potuto prender posizione subito, evitando di disorientare gli elettori socialisti. La nostra posizione sull’iniziativa dell’Mps è sempre stata chiara. Abbiamo sempre detto che essa pone un problema reale. D’altra parte però essa è riuscita prima della scorsa estate, in piena concertazione. Chi critica che allora non abbiamo preso una posizione chiara sull’iniziativa dimentica il clima che c’era: stavamo finalmente ottenendo quel dialogo che per mesi avevamo chiesto. Certo avremmo potuto scegliere una linea dura, rifiutando la concertazione: ma allora prima non avremmo dovuto pretendere il dialogo. L’Mps accusa il Ps di aver impedito con il suo atteggiamento la ricostruzione di un fronte ampio a sinistra in vista delle prossime scadenze. Ma è l’Mps che ha lanciato da solo la sua iniziativa senza chiedere nulla a nessuno. Se si vuole collaborare su un obiettivo lo si fa da subito e con chiarezza; se invece ci si vuole profilare, cosa del tutto legittima, non si può poi pretendere collaborazione incondizionata. Al di là di ciò credo che alla fine, se non ci sarà un accordo con Plr e Ppd, a sinistra ci saranno due modi per andare a votare a favore dell’iniziativa dell’Mps. Uno è quello di coloro che ci credono come soluzione dei problemi. Il secondo è quello di chi, in mancanza di meglio, accetta l’iniziativa come il minore dei mali, tanto più che la destra non ha fatto nulla per proporre un’altra soluzione. Io farò parte dei secondi, ma ciò non toglie che se sarà il caso m’impegnerò a fondo a sostegno dell’iniziativa. In Comitato cantonale s’è intravista una gran voglia del Ps di invitare a votare sì all’iniziativa dell’Mps. Parlo per me senza impegnare il partito. Sono molto propenso a cercare tutte le possibili soluzioni di compromesso, ma poi non mi piace dare libertà di voto, credo si debba essere chiari. Ma cosa deciderà il Comitato cantonale lo sapremo il 23 marzo. Sempre in Comitato cantonale si è espresso il bisogno di un più intenso dialogo del Ps con l’economia. Ma l’economia non la prenderà bene se il Ps sosterrà l’iniziativa dell’Mps. Dipende con quale economia vogliamo discutere. L’economia che con noi per principio non vuole dialogare, quella che si riconosce nei proclami della Camera di commercio, è inutile rincorrerla. C’è però un’economia che è pronta ad assumersi la sua parte di contributo alla collettività: con questa economia siamo disposti a discutere per trovare un compromesso costruttivo. Faccio un esempio. L’iniziativa dell’Mps propone il raddoppio dell’imposta sul capitale, dall’1,5 al 3 per mille. Questo comporta maggiori entrate al cantone per 29 milioni, ossia un aggravio fiscale medio per ognuna delle 22 mila aziende ticinesi di circa 110 franchi al mese: ciò che corrisponde esattamente alla decurtazione dello spillatico mensile dei pensionati in complementare che vivono nelle case per anziani decisa col Preventivo 2005. Gli artigiani o i piccoli imprenditori di questo aggravio fiscale non si accorgerebbero, mentre capiscono quali siano le conseguenze dei tagli sul benessere della popolazione ticinese. A noi il compito di riconoscere la loro funzione. "Più attuale che mai" Già un centinaio di aderenti a titolo personale. I nomi però verranno resi noti solo nei prossimi giorni, una volta completata la lista. Poi sarà il turno di associazioni, sindacati e partiti (finora solo il Partito del lavoro e l’Onda di Donatello Poggi si sono schierati a favore). Sta prendendo forma il comitato a sostegno dell’iniziativa popolare del Movimento per il socialismo (Mps) “I soldi ci sono”. I soli volti noti a questo punto sono quelli dei tre copresidenti: Giuseppe Sergi (coordinatore dell’Mps), Saverio Lurati (granconsigliere socialista e segretario responsabile di Unia Ticino e Moesa) e Angelo Zanetti (segretario regionale del Sindacato della comunicazione). Il comitato pare destinato a sostenere un doppio sì qualora si concretizzasse, come probabile, l’ipotesi di una doppia, contemporanea votazione: dunque, sì all’iniziativa Mps e giocoforza sì anche agli aggravi fiscali del preventivo 2005 (Sergi: «ben poca cosa») contro i quali l’Udc ha lanciato con successo un referendum. Martedì in una conferenza stampa il coordinatore dell’Mps ha ribadito che l’iniziativa “I soldi ci sono” è «più attuale che mai». Tenuto conto degli utili annunciati di recente da banche e industrie, «mai come in questo momento un aggravio fiscale sulle persone giuridiche è sopportabile e legittimo», ha detto Sergi. La realtà dice che chi fa utili consistenti ristruttura e licenzia, caricando così sulla collettività costi ingenti: «L’iniziativa è sociale, in quanto mira a dare i mezzi allo Stato affinché possa farsi carico degli oneri derivanti dalla mancanza di responsabilità di numerose imprese», ha spiegato Saverio Lurati precisando che «solo chi fa grossi utili sarà chiamato alla cassa». «Siamo più che tranquilli. Ribadiamo che i soldi ci sono e ci sono sempre stati: chi li ha li metta a disposizione», ha concluso Angelo Zanetti.

Pubblicato il

04.03.2005 02:30
Gianfranco Helbling
Stefano Guerra