"La Svizzera? Non ci interessa"

L'8 febbraio si voterà se rinnovare o meno l'Accordo per la libera circolazione delle persone tra Svizzera e Unione europea (Ue) e sulla sua estensione a Romania e Bulgaria. A giudicare dai manifesti appesi nelle nostre strade dai fautori del no, sembrerebbe che, qualora passasse l'estensione dei Bilaterali a questi due paesi, dovremmo attenderci un'invasione, oltre che di lavoratori, anche di criminali e sfaccendati. Quanto concreto e possibile è questo scenario ? Ci sono veramente così tanti rumeni che non aspettano altro che di venire in Svizzera ? In un'intervista, le valutazioni di Bogdan Hossu, presidente dell'unione sindacale rumena Cartel Alfa.

Bogdan Hossu, con l'entrata della Romania nell'Ue, è cambiato qualcosa sul mercato del lavoro rumeno ?
In realtà non è cambiato molto con l'entrata nell'Unione europea. Uno scambio di lavoratori con il resto dell'Europa l'avevamo anche prima, non abbiamo notato un aumento di persone che vogliono partire. Anche che per quel che riguarda gli zingari, i rom, non cambia assolutamente nulla. Il loro senso della migrazione non cambia con delle leggi, continuano a spostarsi come facevano prima.
Dopo l'entrata nell'Ue, avete avvertito una fuga di mano d'opera qualificata ?
Una certa fuga di manodopera qualificata c'è, questo è chiaro, ma non è aumentata in modo rilevante.
Quanti sono i lavoratori rumeni all'estero?
Abbiamo circa 3 milioni di rumeni che vivono all'estero, non solo lavoratori, anche membri della famiglia di chi emigra per lavorare. Di questi 3 millioni, un milione e mezzo si trovano in Italia, poco più di un milione in Spagna e il resto prevalentemente in Portogallo. In questo periodo di crisi economica, molti lavoratori che non sono riusciti ad integrarsi nel mercato del lavoro del paese d'accoglienza, e che non hanno quindi ricevuto il diritto alle prestazioni sociali, tendono a ritornare in Romania. Questa è una tendenza che abbiamo registrato negli ultimi 35 giorni.
La Svizzera è un paese che attira o potrebbe attirare i lavoratori rumeni ?
No, non credo. La Svizzera non è molto attrattiva per noi, è troppo cara e il tedesco è una lingua troppo diversa dalla nostra. È vero che i salari sarebbero più alti, ma non abbastanza rispetto al costo della vita. I nostri lavoratori preferiscono andare in Italia, in Spagna o in Portogallo. Preferiscono i paesi latini, è raro che vadano in paesi come la Germania o i Paesi Bassi.
C'è una collaborazione tra voi e i sindacati del resto dell'Unione europea e della Svizzera ?
Sì, con l'Unione sindacale svizzera (Uss) e con il Governo svizzero c'è collaborazione, danno un ottimo sostegno. Inoltre partecipiamo alla conferenza annuale dell'Organizzazione internazionale del lavoro, dove abbiamo la possibilità di avere un contatto anche con la Svizzera. Per quel che riguarda l'Unione europea, abbiamo una forte collaborazione con l'Italia per l'integrazione dei lavoratori rumeni nei sindacati italiani, e ci stiamo muovendo in questa direzione anche in Spagna.
Quali sono le informazioni che date ai lavoratori che intendono emigrare ?
In collaborazione con alcuni paesi come la Francia, la Gran Bretagna e l'Italia, abbiamo redatto un libretto bilingue che riassume la legislazione del paese di accoglienza. Diamo informazioni ai lavoratori rumeni emigrati su quali sono le organizzazioni sindacali rappresentative alle quali rivolgersi per far valere i loro diritti di lavoratori, e quali sono le istituzioni nazionali specifiche che difendono i loro diritti come quelli di qualsiasi altro cittadino europeo. Ma diamo anche parecchie informazioni pratiche per quel che riguarda il viaggio in sè, sui mezzi di trasporto, le stazioni, come muoversi e dove andare. In linea di principio restiamo sempre a disposizione dei lavoratori che emigrano, ma il nostro obiettivo è che si integrino nel mercato del lavoro locale del paese dove vanno, quindi puntiamo piuttosto a promuovere la loro inserzione nei sindacati del paese d'accoglienza. Cosa che stiamo appunto facendo soprattutto in Italia e in Spagna.

Pubblicato il

30.01.2009 03:30
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