La Quaresima deve finire

In Ticino ad un anno dal rinnovo dei poteri politici cantonali quella che sei mesi fa sembrava un’elezione scontata s’è fatta imprevedibile. Ed ha aperto per la sinistra prospettive molto interessanti, non soltanto in termini di seggi, ma anche di definitivo superamento di una cultura politica di destra molto variegata che nelle ultime tre legislature ha dominato la scena cantonale. Al centro dell’attenzione c’è ancora il caso Masoni, incancrenito per il sempre più incomprensibile atteggiamento della direttrice del Dfe e della sua famiglia. Il Partito liberale radicale (Plr) con la dimostrazione di compattezza pur nella diversità di vedute data al comitato cantonale di giovedì scorso ha voluto dire chiaro e forte che la questione verrà risolta al suo interno. È un suo buon diritto, a patto che la soluzione arrivi presto e ridia serenità a questa fine di legislatura: la Quaresima deve finire con la Pasqua. La soluzione più logica sarebbe che Marina Masoni, magari appellandosi ai suoi problemi di salute, lasci il governo con un anno di anticipo: la sua credibilità in Consiglio di Stato è infatti ridotta ai minimi termini. E adesso sarebbe forse ancora in tempo a fare con le dimissioni un bel gesto che, dopo un anno di catarsi, la riconsegni politicamente presentabile per le prossime elezioni federali. Ma questo è affar suo. Il problema è che l’ala destra luganese del Plr non ne vuole sapere di consegnare il seggio in Consiglio di Stato al primo subentrante di Marina Masoni, quel Sandro Lombardi che, con un anno di governo, si garantirebbe di fatto la rielezione per il prossimo quadriennio. D’altro canto la stessa ala destra del Plr appare in questo momento incapace di proporre un’alternativa valida, se non un’improbabile candidatura di Giorgio Giudici. Allora potrebbe puntare allo strappo finale con il partito di Merlini per portare acqua a Marco Borradori, che oggi nemmeno con la somma dei voti di Lega e Udc è sicuro della rielezione, ma è un azzardo dagli esiti troppo incerti. Fatto sta che più l’attesa di una soluzione perdura, più essa si fa insopportabile e dannosa. I ticinesi sapranno certamente riconoscerne le responsabilità. In questo contesto sono dunque concrete le possibilità che il Partito socialista (Ps) conquisti un secondo seggio in governo. Non tanto perché recenti sondaggi lo danno addirittura al 26 per cento dei consensi. Quanto piuttosto perché la destra nel suo insieme potrebbe non essere in grado di salvare il seggio di Borradori e perché il Partito popolare democratico (Ppd) è in costante perdita di voti da ormai tre elezioni consecutive: e lo scarso rinnovamento della sua base unito alla debolezza della sua dirigenza non lo aiutano certamente. L’occasione, non solo per il Ps ma per tutta la sinistra, è di quelle d’oro, da preparare per tempo e da non sprecare. Perché con i giocatori malridotti che si trova al tavolo potrebbe bastare che non butti via stupidamente le sue carte per vincere la partita.

Pubblicato il

07.04.2006 00:30
Gianfranco Helbling