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I sindacalisti tedeschi lo scorso 1° gennaio hanno potuto festeggiare: una nuova legge in vigore da quest’anno in Germania prosciuga il terreno su cui ha dilagato il dumping nel settore dell’industria della carne. Un settore il cui modello di business era semplice: affidare interi comparti della produzione (e con essi ogni responsabilità) ad aziende subappaltatrici, che a loro volta ingaggiavano manodopera a basso costo dall’Est Europa con lo statuto di lavoratori distaccati, di finti indipendenti o di interinali. Affittavano loro dei miseri alloggi a prezzi esorbitanti e li controllavano attraverso il caporalato. Con questo sistema riuscivano a comprimere sensibilmente il costo del lavoro, la metà di quello della concorrenza danese. Il re tedesco della carne Tönnies è divenuto sempre più grande e oggi da solo impiega 16.000 lavoratori sui 100.000 totali del settore.


Un settore che con i suoi prodotti a buon mercato ha inondato il Belgio, l’Olanda e la Danimarca distruggendo le loro industrie della carne.
Il meccanismo è saltato quando nel maggio 2020 il coronavirus si è diffuso nello stabilimento principale di Tönnies (si veda area dell’8 ottobre 2020) ed è venuto alla luce che l’azienda non sapeva nemmeno chi vi lavorava al suo interno, che offriva pessime condizioni di alloggio e che violava sistematicamente le norme in materia di orario di lavoro e di salario minimo. A questo “sistema di irresponsabilità organizzata” nell’industria della carne ha voluto porre fine il ministro socialdemocratico del lavoro Hubertus Heil, che in tempi record ha trasmesso al Parlamento federale un progetto di legge che prevede il divieto di subappalto e limita all’8 per cento il volume massimo di lavoro temporaneo.


L’industria della carne ha subito attaccato questa legge che fa carne tritata della sua macchina da soldi. Ha dunque mobilitato gli amici della Cdu, che sono riusciti a bloccare temporaneamente il processo legislativo. Ma alla fine non hanno osato sostenere lo scandaloso modello basato sul dumping. In dicembre la legge è così passata in Parlamento e il 1° gennaio scorso è entrata in vigore. Ci sono quindi tutti i motivi per festeggiare! Anche perché il Parlamento ha tra l’altro deciso di rafforzare i controlli statali nelle aziende di tutti i settori. Per legge, per tutti i Länder della Germania è stato introdotto un  volume minimo dei controlli. E anche gli alloggi affittati ai dipendenti saranno ispezionati. E le pene massime sono state inasprite.


Se lo possono fare i tedeschi, perché non possiamo farlo noi in Svizzera? Nell’edilizia conosciamo modelli imprenditoriali simili basati sul dumping. Non sarebbe forse indicato vietare il subappalto, limitare il lavoro temporaneo all’8 per cento e imporre a tutti i Cantoni un volume minimo di controlli?

Pubblicato il 

21.01.21

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