Il progetto di fratturazione idraulica di Vaca Muerta ha avuto un impatto profondo sulle comunità indigene Mapuche della provincia di Neuquén, nel centro dell’Argentina. Lo spiega Orlando Carriqueo, rappresentante del Parlamento Mapuche Tehuelche di Río Negro: «L’incessante espansione delle operazioni di fratturazione idraulica ha invaso le nostre terre ancestrali senza il nostro consenso, con effetti quali il reinsediamento forzato, il degrado ambientale, gravi problemi di salute, la contaminazione dell’acqua, lo sconvolgimento culturale e la violazione del nostro diritto fondamentale alla vita». Il militante si trova in questi giorni a Berna e domani, 26 aprile 2024, parteciperà all’assemblea della BNS. Obiettivo: chiedere lo stop degli investimenti nel settore fossile, in particolare nelle società attive nel cosiddetto fracking, un processo altamente inquinante per l’estrazione di petrolio e gas. Gli investimenti in aziende coinvolte nella fratturazione idraulica come Shell, Exxon Mobil, TotalEnergies o Chevron sono stimati a 7 miliardi di franchi. Negli ultimi anni, la BNS è stata oggetto di aspre critiche da parte dei movimenti per il clima e delle associazioni di tutela ambientale. Come l’anno scorso, alcuni azionisti hanno presentato delle proposte all’Assemblea generale annuale e che domani saranno sottoposte al voto degli azionisti: «Rispetto ad altre banche centrali, la BNS non prende ancora sul serio la crisi climatica e il declino della biodiversità. Le nostre proposte sono il primo passo verso una politica monetaria e di investimento della BNS rispettosa dell’ambiente e orientata al futuro» ci dice Asti Roesle, dell’Alleanza per il clima. Nel suo ultimo rapporto sulla sostenibilità, la Banca Nazionale Svizzera riconosce finalmente il potenziale impatto del cambiamento climatico sull’economia e sui mercati finanziari. Questo, però, non basta a detta della militante: «È gratificante vedere che la BNS si sta interessando sempre più al cambiamento climatico. Ma questo piccolo passo non è sufficiente. Mancano ancora misure fondamentali per affrontare le sfide della crisi climatica e della perdita di biodiversità». Lo mostrano i dati presentati da Philippe Thalmann, professore di economia al Politecnico di Losanna. Per l’esperto è deprecabile il fatto che, malgrado la BNS sia un’importante azionista di queste società petrolifere, non si esprime mai a riguardo degli investimenti fossili controversi, «sostenendo di fatto lo status quo». Di recente il Consiglio nazionale ha respinto un'iniziativa parlamentare presentata dai rappresentanti di cinque partiti politici e che chiedeva alla BNS di tenere conto dei rischi climatici e ambientali nell'attuazione della sua politica monetaria. Per mantenere alta la pressione, domani prima dell’Assemblea si terrà una manifestazione a Berna. |