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C'è chi dice che nel gioco del calcio l'uomo, inteso nel senso di maschio, dia sfogo a tutti i suoi istinti più bassi e primordiali. Un ritorno all'epoca delle caverne. In quest'ottica si spiegano tante cose. Ad esempio certe entrate assassine sulle gambe degli avversari, certi rituali fra i giocatori di una stessa squadra, l'esultanza orgiastica per la violazione della rete avversaria, eppoi il comportamento barbaro di molti tifosi, ma anche i festeggiamenti in branco per la vittoria, o ancora il rito delle donne che dopo la battaglia passano la notte col loro giocatore nel ritiro della rispettiva squadra. Ma in quest'ottica si spiega anche il trattamento riservato alle povere vallette della Tsi durante le trasmissioni televisive sui mondiali, sistematicamente zittite e derise clava in mano dagli allupati uomini in studio che le cose serie se le fanno fuori tra di loro. Appunto: il calcio per dar sfogo agli istinti più bassi e primordiali dell'uomo, inteso come maschio. L'homo sapiens può attendere, ma fuori dagli studi di Comano.

Pubblicato il 

30.06.06

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