L'uomo e la storia: il Robin Hood delle monetine

Attenti ai falsari! È uno dei moniti che accompagnano le informazioni sull’introduzione della nuova moneta unica nell’Unione europea, l’Euro. Anche in Svizzera, con la Costituzione del 1848, viene introdotta una nuova moneta unica che sostituisce le varie monete cantonali in circolazione fino a quel momento. Due decenni dopo l’introduzione della nuova moneta compaiono dei falsi: monetine da dieci e da venti centesimi, di qualità strabiliante, difficile distinguerle da quelle genuine. È l’opera di un artista della falsificazione, un uomo, pare, di grande bellezza che raggira la zecca, rapisce i cuori delle donne vallesane e gode dell’incondizionato sostegno della popolazione: Joseph-Samuel Farinet. Nato nel 1845 in Valle d’Aosta, Farinet si stabilisce in Vallese nel 1871. La sua zecca clandestina è in grado di produrre fino a 900 pezzi in una notte. Si calcola che nell’area di Martigny un terzo delle monete da dieci e da venti centesimi, circolanti alla fine degli anni Settanta provenga dalla fucina di Farinet. Egli elargisce i suoi manufatti con grande generosità e i vallesani apprezzano. Il popolo vallesano, d’altronde, ha più di un motivo di risentimento nei confronti delle banche e del Governo. Alexis Allet, consigliere di Stato e giudice federale, responsabile delle finanze e delle costruzioni del suo Cantone, ha condotto al fallimento la Banca Cantonale Vallesana ed è costretto a dimettersi nel 1870. La sfiducia nelle autorità è massima. Un fertile terreno per l’attività di Farinet. Noi sorridiamo: pezzi da dieci e da venti centesimi! Ci sembra addirittura ridicolo. Ma dimentichiamo che allora il danaro ha un altro valore: il valore della sopravvivenza. A quei tempi un chilo di pane bianco costa quarantacinque centesimi e con venti centesimi ci si può permettere un sacco di cinque chili di patate. Ma la confederazione non può certo permettere che un falsario circoli a piede libero distribuendo a destra e a manca il suo danaro contraffatto, per di più venerato e protetto dalla popolazione locale come un novello Robin Hood delle monetine. È intollerabile. Viene arrestato più volte ed altrettante volte evade. Alla fine, braccato dalla polizia, Farinet si rifugia nelle gole della Salintse. Due donne gli portano cibo e indumenti. Ma Cupido ci mette il dito e, pare, una delle due, gelosa dell’altra lo denuncia alla polizia. Il 17 aprile del 1880 il suo corpo viene ripescato dal fiume. Forse ha perso l’equilibrio fuggendo, forse è stato colpito da una pallottola di un gendarme. Non si saprà mai. Sta di fatto che da quel giorno Farinet esce dalla storia per entrare nello splendore senza tempo dei miti.

Pubblicato il

01.06.2001 13:30
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