Home
Rubriche
Dossier
Multimedia
Archivio
Contatti
L'uomo Gottardo
di
Sergio Savoia
Che tipo era Gottardo? Un sant’uomo il cui destino si sarebbe ben presto rivelato beffardo, se mi scusate la rima. Uno dei pochi privilegiati ad avere addirittura una montagna intestata a proprio nome (pensate alle carte false che farebbero certi nostri politici per avere anche solo un vicolo cieco battezzato in loro onore), ben presto il povero Gottardo avrebbe visto la montagna medesima diventare molto più famosa di lui… Non per tutti andò così: vi sono stati altri santi «alpini» che non hanno dovuto subire il medesimo canzonatorio fato. San Bernardino da Siena, per esempio, pur essendo anche lui intestatario di un passo alpino, mantiene un suo spessore, così come San Bernardo (che nel passaggio da Santo a Montagna, ci ha addirittura guadagnato un «Gran»). Ma per qualche misterioso motivo, chiunque di voi oggi volesse fare una ricerca su San Gottardo, troverebbe milioni di informazioni sulla montagna, e pochissime sull’uomo, tant’è che nemmeno l’estensore di questo articolo è in grado di darvi dettagli biografici sull’«uomo dietro la montagna». Anzi trovereste certamente più informazioni sui Gotthard (che pure ne sfruttano indirettamente il nome) che non sull’originario portatore del nominativo in questione. Non è un caso se popolarmente lo chiamiamo tutti «il Gottardo», mentre non diciamo mai il «Bernardo» o anche solo il «Bernardino». Insomma col Gottardo ci permettiamo confidenze che non ci prendiamo con gli altri santi «montanari». Ci dev’essere un motivo! Sono sicuro che per il povero Gottardo (il santo, non la montagna) sarà una sofferenza osservare, da lassù dove si trova, tutte le discussioni che si fanno intorno al suo nome. Anche perché che si discuta di raddoppiarlo, scavalcarlo con la Tremola o con la strada del passo, di ignorarlo volandoci sopra o starci incolonnati davanti, «Gottardo» è diventato sinonimo di «problema» e, pur non avendo molti dettagli biografici sulla vita del santo, sono certo che non gli fa piacere essere accomunato ad una simile congerie di gabole. Mi auguro per lui che la sua vita di santo, certamente improntata alle rinunce, non gli sia pesata troppo e che non l’abbia scelta per la gloria. Perché sapete come si dice: Alptransit gloria mundi!
Pubblicato il
07.12.01
Edizione cartacea
Anno IV numero 38
Rubrica
Parabole e paraboliche
Articoli correlati
Nessun articolo correlato