L'unica che abbiamo

Un nuovo mondo è possibile. È il convincimento dei movimenti anti-globalizzazione che da Seattle hanno iniziato la loro battaglia contro gli effetti disastrosi della mondializzazione economica. La prossima tappa di questa determinata "resistenza" sarà il Vertice del G8, in programma il prossimo 21 luglio a Genova (cfr. ultima pagina). Il G8 altro non è che il ristretto "club" dei paesi più industrializzati del mondo che definisce e controlla "gli equilibri" internazionali, economici, finanziari e sociali. Strana concezione dell’"equilibrio", quella del G8, che di fatto tiene in pugno il resto del mondo. Ossia 180 paesi (i tre quarti della popolazione mondiale) che non hanno nessuna voce in capitolo. La vita del pianeta e dell’umanità è, insomma, nelle mani di pochi che curano con attenzione i loro interessi. E, così facendo, scavano degli abissi sempre più profondi tra il Sud e il Nord del mondo. È il trionfo delle disuguaglianze. È la negazione della solidarietà e della giustizia sociale. Proprio quei valori che il "popolo di Seattle" intende riportare in primo piano, al centro dell’agenda politica e non ai margini. Non è infatti accettabile che la maggioranza degli abitanti della Terra viva alla periferia del benessere. Ammesso che ci arrivi. Ma per frenare la corsa al massimo profitto basato sullo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici, per contrastare lo strapotere delle multinazionali che vogliono impadronirsi della vita, per combattere l’egoismo sfrenato generato dal capitalismo e dalla ricchezza che produce, occorre ribaltare radicalmente la scala dei valori. Ma non basta. È necessaria una costante azione di pressione che sia il frutto di un nuovo modo di pensare, di un modello di società alternativo che abbia al centro delle sue preoccupazioni l’essere umano e non le quotazioni in borsa. I movimenti anti-globalizzazione hanno ragioni da vendere. E i potenti della Terra non possono più permettersi di rimanere indifferenti, sfoggiando la classica arroganza, ad una rete internazionale che diventa ogni giorno più grande, più forte e più fitta. Una rete in cui convivono diverse sensibilità, diversi percorsi e storie. Ma tutti sono accomunati dalla voglia di un mondo migliore: "La Terra è l’unica che abbiamo. E non è in vendita".

Pubblicato il

06.07.2001 00:30
Françoise Gehring Amato
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