L'ultima (s)cena di Silvio

Caso Ruby, su Canale 5 la difesa d'ufficio del Cavaliere

Molto, ormai quasi tutto, si può dire di Silvio Berlusconi ma certo non che manchi di perseveranza e tenacia, a dispetto della non più giovanissima età. Una perseveranza ostentata soprattutto nelle cause perse. Non sorprende quindi che alla vigilia della requisitoria per il processo Ruby in cui è implicato con l'accusa di concussione e promovimento della prostituzione minorile a danno di Karima El Mahroug, alias Ruby Rubacuori, abbia pensato (nota bene: in un momento estremamente delicato per il Paese) di regalarsi un programma in prima serata in cui autoscagionarsi da ogni accusa davanti alle telecamere ella sua stessa rete televisiva, Canale 5, con la connivenza del direttore di Studio Aperto e TG4 Giovanni Toti, suo dipendente e quindi a suo libro paga.Un'anomalia già di per sé gigantesca, l'ennesimo, non necessario, esempio di un conflitto di interessi senza eguali nel mondo mai sanato grazie alla silenziosa complicità della Sinistra italiana.

 Il programma, dal sobrio titolo “La guerra dei vent'anni: Ruby, ultimo atto”, è la sua ultima arma. Un'arma che appare in verità già spuntata per consunzione, dopo anni di difese basate su argomentazioni pretestuose offerte sempre e solo al di fuori delle aule del tribunale di Milano. E così, per poter fare digerire anche ai suoi sostenitori l'ennesima raffica di dichiarazioni a senso unico e prive di contraddittorio, è necessario offrire un elemento di attrattiva ai telespettatori. Ecco quindi la promessa di mostrare per la prima volta i luoghi dove parte del reato sarebbe stato commesso: la famosa stanza del “bunga bunga”, quella in cui, in sintesi, giovani ragazze si sarebbero dedicate a spettacoli di dubbio gusto ottenendo in cambio del denaro e, soprattutto, l'invito a passare la notte, dopo opportuno e generoso emolumento, nella villa più famosa d'Italia, quella di Arcore.
 
Prima, però, si passa dalla sala da pranzo, dove si sarebbero consumate, secondo una definizione dello stesso Berlusconi, le sue “cene eleganti”, che invece, per l'accusa, altro non erano che l'anticamera del meretricio. La stanza è lunga e stretta, con un tavolo che potrà accomodare non meno di trenta persone. Già a unA prima occhiata, qui si potrebbe configurare il reato di abuso di candelabri tanto è il cattivo gusto della messinscena a favore di telecamera. La stanza famosa, la più attesa, si presenta come una sala con piccolo palcoscenico, lo stesso dove la ex Consigliera Nicole Minetti avrebbe dato spettacoli a luci rosse. Divanetti bianchi, atmosfera immacolata, malgrado ci si trovi in uno scantinato, come se un luogo avesse il potere di testimoniare o meno un crimine. Qui si configura il reato di palese ingenuità: possibile che Berlusconi non abbia pensato alla reazione che il pubblico avrebbe avuto di fronte a un lusso e a una pacchianeria da volgare arricchito tanto ostentati in un momento di profonda crisi? Ma forse è ancora convinto che sia proprio l'ostentazione della sua ricchezza, e l'ambizione per il suo elettorato di poterla emulare, a essere il patto segreto che lo lega a una parte del Paese. Buffo pensare a come potrebbero apparire al confronto, se mai si sognassero di mostrarle in televisione, le sale da pranzo delle residenze private di Primi cittadini  europei come Angela Merkel, François Hollande o David Cameron.
 
Il resto è assolutamente prevedibile: una marea di bugie. Il “perseguitato” spiega di essere stato intercettato per mesi quando invece sono stati i suoi interlocutori – sospettati di reati penali –  essere captati mentre parlavano ANCHE con lui. E già qui sarebbe lecito interrogarsi sulle frequentazioni di un Presidente del Consiglio che parla regolarmente con persone dalla fedina penale sporca, nascondendosi dietro la consueta mania di persecuzione (i magistrati sarebbero impegnati da anni in una battaglia personale contro di lui per motivi politici), con piagnisteo annesso in un copione che, negli ultimi vent'anni, si è ripetuto immutato quasi ininterrottamente, a dispetto delle evidenti prove raccolte nel corso di lunghe indagini che sono servite a istruire il processo.
 
Ma, in fondo, nemmeno lui può pensare che un'emissione televisiva possa cambiare l'opinione di chi lo giudicherà nelle aule deputate al rispetto della legge. E, quindi, a cosa serve questa ulteriore  pagliacciata? A preparare i suoi più fedeli seguaci, molti tra i quali opportunamente intontiti da vent'anni di discorsi fatti a slogan, a un'eventuale invasione delle piazze in caso di sua condanna come già aveva fatto il giorno prima presentandosi in forze in piazza a Brescia per l'ennesimo comizio più contro i giudici che a favore suo? Non sarebbe che l'ennesima dimostrazione del senso della responsabilità dell'individuo in questione.

 Perché di anomalie, nel tempo, Berlusconi non ha certo fatto parsimonia: dal posizionamento nei luoghi chiave del potere dei suoi avvocati (Angelino Alfano è stato Ministro della Giustizia, carica grazie a cui proponeva leggi create ad hoc a sua difesa nello stesso momento in cui lo rappresentava in tribunale), al possesso di un colosso della comunicazione ben diviso tra reti televisive e stampa, fino al sospetto di acquisto di parlamentari e Senatori di coalizioni a lui opposte per rafforzare la sua. Quella del programma auto assolutorio è in fondo solo l'ultimo capitolo di una farsa che lo vede impegnato in prima persona molto più di quanto lo impegni la politica. Ma il suo, a sentire le sue parole, è infine un impegno non personale ma a difesa delle ragazze coinvolte nel caso le quali, secondo lui, sarebbero state ingiustamente tacciate di essere prostitute perdendo così la loro dignità sociale, compromessa in realtà dalla pubblicazione di decine di inequivocabili intercettazioni telefoniche. Che sia questo il motivo per cui le foraggia mensilmente – mentre sono testimoni nel processo - con cifre variabili ma a quanto pare mai inferiori ai 2500 Euro?
 
Un dispiego di forze imponente (una prima serata televisiva ha un valore corrispettivo agli spazi pubblicitari vendibili al suo interno) che ha sortito un effetto miserrimo: appena 1.425.000 spettatori (per fare un esempio, contemporaneamente il programma “Le iene” ne ha conquistati 2.591.000 e  “Report”, su Raitre, 2.730.000. Lo share è stato, rispettivamente pari a 5.88%, 13,1% e 10.74%). Impossibilitato a riempire le piazze virtuali di pubblico prezzolato, come fa con quelle vere, è nello spazio dei forum in internet che si fa palpabile il sentimento comune nei confronti di Berlusconi. Oggi, dopo la famigerata trasmissione, è possibile avere tangibile dimostrazione di un’antipatia nei suoi confronti nei forum dei quotidiani a lui meno decisamente avversi come il Corriere della sera. Forse oggi, dopo tanti anni, la sua stella si è davvero offuscata grazie all'unico, vero e temibile antagonista che abbia avuto in questo ventennio: se stesso.

Pubblicato il

13.05.2013 17:56
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