L’esempio del Canton Neuchâtel potrebbe essere illustrativo dei futuri rapporti con il gruppo Genolier in Ticino. Nel 2012, il gruppo privato ha acquistato la clinica La Providence di Neuchâtel, rifiutandosi di sottostare al contratto collettivo cantonale della sanità (Cct 21), obbligatorio per tutti gli altri istituti sanitari beneficiari di mandati di prestazione. Il personale ha espresso il suo democratico dissenso scioperando per dei mesi. Genolier ha risposto licenziando 22 scioperanti. Il dibattito politico sul rispetto del Ccl continua però a tener banco nel cantone. La scorsa settimana, una risicata maggioranza di centro-destra del parlamento cantonale si è opposta alla mozione di sottomettere Genolier al Ccl. I guai però alla clinica Providence non sono terminati. Il dottor Marc Giovannini, responsabile del reparto di nefrologia (malattie dei reni), ha lasciato la Providence per aprire a marzo un nuovo centro medico. Secondo il giornale Le Courrier, Giovannini avrebbe dimissionato a fine novembre per profondi disaccordi con Genolier, in particolare per questioni etiche. Tra le principali, la cessazione della formazione nella clinica e il licenziamento dei medici assistenti (con la conseguenza di imporre ai medici l’obbligo di assumersi la presenza notturna dopo la giornata lavorativa). Pochi giorni prima, anche il capo servizio e il medico aggiunto di oftalmologia (occhi) avevano dimissionato dal La Providence, beneficiaria del mandato di prestazione specifico. Lunedì, il Cantone ha comunicato di aver autorizzato in tempi brevissimi l’apertura di un centro oftalmologico ai due dottori per supplire al vuoto venutosi a creare a La Providence. Davanti alla Commissione della sanità, i medici avrebbero motivato la loro partenza dalla clinica Genolier per «assenza totale di formazione interna, mancanza di autonomia medica e politica aziendale che favorisce i pazienti ricchi». Genolier contesta le accuse annunciando battaglia legale.
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