L’iniziativa della società civile

Lanciata la campagna in Ticino a favore dell’Iniziativa per multinazionali responsabili

La Svizzera si colora di arancione. Sono sempre di più, infatti, le bandiere  appese ai balconi e alle finestre a ricordarci che la campagna per l’Iniziativa multinazionali responsabili sta entrando nel vivo. Uno sventolio che testimonia anche come la forza di questo progetto che mira ad ancorare nella costituzione federale la responsabilità delle imprese venga dal basso: dai cittadini e dalla società civile.

 

Una proposta che viene da lontano, come ha ricordato in conferenza stampa Sarah Rusconi, portavoce di Amnesty International Svizzera: era il 2011 quando sette organizzazioni, poi divenute cinquanta, lanciarono la petizione “Diritto senza frontiere” e consegnata al Consiglio federale munita di 135.000 firme. Da questa prima operazione si è poi passati all’Iniziativa, sostenuta da circa 130 tra associazioni, sindacati, chiese e Ong. Un percorso lungo, per certi versi complesso, che arriverà in votazione popolare il prossimo 29 novembre: «Siamo fiduciosi che una vittoria sia raggiungibile, grazie anche all’impegno di decine di migliaia di volontari che partecipano alle bancarelle, appendono la bandiera e donano soldi alla campagna» ha dichiarato Sarah Rusconi.

 

La votazione arriva dopo un tortuoso iter parlamentare dove non sono mancati i colpi gobbi di quella parte del mondo economico che, appoggiata dai propri rappresentanti politici, ha cercato in più modo di ostacolare gli iniziativisti. Su tutti va ricordato l’affossamento di un contro-progetto vincolante che, qualora fosse stato accettato, avrebbe portato al ritiro della stessa Iniziativa.

 

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Un modo di fare che, come ricordato da Marina Carobbio, ha rafforzato di fatto il progetto presto in votazione: «È cresciuto tra i partiti politici, tra le associazioni, ma anche e soprattutto nella società civile» ha ricordato la Consigliera agli Stati. Prova ne è che, di recente, si è assistito ad un rafforzamento dei comitati si sostegno, anche quelli costituiti da rappresentanti dei partiti borghesi (in particolare del Ppd e del Plr), delle Chiese e del mondo economico. Luca Bolzani è uno dei 350 imprenditori e imprenditrici che fa parte del comitato “economia per multinazionali responsabili”. Per il dirigente della società farmaceutica di Mendrisio Sintetica, il vuoto legislativo attuale danneggia «non solo la salute delle persone e gli ambienti naturali coinvolti, ma anche la reputazione di tutte le imprese svizzere attive a livello internazionale e la reputazione della Svizzera come centro di attività economiche».

 

Dick Marty, copresidente del comitato nazionale dell’Iniziativa, ha da parte sua ribadito che, in una campagna che già si contraddistingue dalle contro verità, la Svizzera non è la prima a fare questo passo: «si tratta di una proposta ragionevole e implementabile» ha ribadito l’ex Consigliere agli Stati per il Plr secondo cui «un sì il 29 novembre permetterebbe anche che la Svizzera non diventi il fanalino di coda a livello internazionale». In fin dei conti, ha ribadito Dick Marty l’Iniziativa chiede semplicemente di applicare un principio del nostro Stato di diritto: «chi causa un danno, deve risponderne».

 

Con la presentazione di oggi la campagna entra nel vivo anche in Ticino. Nella Svizzera italiana, così come nel resto della Confederazione, si sta assistendo ad una bella dinamica di sostegno. Una vibrazione positiva che viene dal basso. Oltre alle bandiere arancioni esposte (60.000!), in diversi comuni saranno organizzate in queste settimane diverse serate, dibatti e proiezioni di un documentario che mette in luce alcuni esempi di multinazionali svizzere irresponsabili. Un film che si è potuto realizzare grazie al sostegno finanziario di alcune grosse associazioni, ma anche da quanto raccolto con decine di piccole donazioni da parte di privati cittadini e cittadine e dai circa 500 comitati locali che si sono costituiti. Tutto questo ad evidenziare quanto questa Iniziativa sia figlia della società civile. Ed è questa energia che si sente vibrare in tutta la Svizzera che proverà a contrastare la potenza di fuoco – circa 8 milioni di franchi – messa in campo dagli avversari, attraverso soprattutto le associazioni Economiesuisse e Swiss Holdings. È Davide contro Golia: ma il risultato è tutt’altro che scontato.

 

 

Pubblicato il

12.10.2020 12:32
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