Ci si chiede: perché crescono, inorgoglite, la destra e l’estrema destra? Si risponde: perché sono figlie della paura, perché sanno attizzare la paura e con essa il risentimento o la collera. Di fronte alle ingiustizie sociali, agli squilibri crescenti tra ricchi e poveri, alla perdita del potere d’acquisto, allo svilimento dei servizi pubblici (come la Posta), ai costi esplosivi delle assicurazioni (come le casse malati), all’erosione di diritti fondamentali (come il giusto salario per uomo e donna, indicizzato al costo della vita), alle catastrofi ecologiche, quelle presenti (che distruggono ad esempio comunità di valle) e quelle a venire, non sembrerebbe più logico votare per la sinistra o per un partito ecologista?
Sembra invece, tanto in Ticino, quanto in Svizzera, quanto in altre parti d’Europa (v. Austria, Germania, Italia) o del mondo (basta vedere quanto sta prospettandosi negli Stati Uniti) che ci sono altre minacce ritenute più serie e urgenti, benché molte appaiano immaginarie o persino contraddittorie tra di loro.
L’immigrazione è così diventata dovunque causa di tutti i mali: gli immigrati rubano il lavoro (ma poi si dice che sono diversi i settori in cui mancano lavoratori e che senza i lavoratori stranieri interi settori, persino quello della salute, crollerebbero di schianto), sono causa dell’aumento della delinquenza (anche perché si pretende che almeno loro, per riconoscenza, siano “onesti” e infatti la loro delinquenza se appare dev’essere subito segnalata con il marchio del paese d’origine), sono approfittatori abili delle assicurazioni sociali e causa dell’aumento dei costi della salute o dell’alloggio.
Ed ecco infatti l’UDC che ritorna, pronta ancora una volta come logica universale di destra comanda, con una nuova iniziativa “per proteggere i nostri confini”, la nostra patria.
Forse, per trovare un filo di spiegazione, bisogna pensare che un individuo è tanto più in combutta con la sua ragione quanto più si sente minacciato. È allora la paura che cresce e domina e spinge a trovare soluzioni immediate. Alle volte può essere utile: nel mondo animale, di cui facciamo parte, la paura è onnipresente perché permette di sfuggire ai predatori o ad altri pericoli. Tuttavia, se la paura può salvare delle vite, essa è anche il più delle volte una cattiva consigliera. Infatti, se domina e impoverisce la nostra mente, ci incita a fuggire dai problemi, mentre sarebbe invece meglio affrontarli con discernimento per cercare di risolverli.
L’accostamento che ora faccio può sembrare tristemente ironico, e un poco lo è; c’è però anche una sorta di lezione. Il mondo finanziario specula ormai da un decennio sul VIX (acronimo di Volatily Index), tanto che si è coniato il detto: “In VIX Veritas” (un tempo era “in Vino” la Verità, ed era meglio). Nella terminologia finanziaria è però diventato “l’indice della paura”. Esso valuta la volatilità dei mercati finanziari e con sistemi complicati (algoritmi, matematiche quantiche, trading ad alta frequenza e ora AI o intelligenza artificiale) vuol prevedere rialzi o ribassi o opportunità di acquisti o di vendita. Ecco quindi che i mercati finanziari, un mondo di destra, si rendono perlomeno conto che la paura, se si vuole evitare la catastrofe che non lascia vincenti o ne lascia pochi, bisogna cercare di prevenirla, ragionarci sopra e domarla. |